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Libia: finisce l'incubo per i due operai italiani catturati da un gruppo armato

Emma Bonino: «ringrazio l'impegno delle autorità libiche e italiane»

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I due tecnici italiani rapiti a gennaio scorso in Libia, sono stati liberati. Si tratta di Francesco Scalise e Luciano Gallo. A diffonderne la notizia è stata la Farnesina, con un comunicato in cui il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha dichiarato di provare «grande gioia e soddisfazione per la liberazione». I due operai calabresi erano stati rapiti da un gruppo armato, nei pressi del villaggio Dartuba, tra Derna e Tobruk, nella Cirenaica.

«L’operazione, - ha precisato il ministro - è frutto di attività congiunte tra autorità libiche e italiane e dell’azione di coordinamento, svolta tra Unità di Crisi, ambasciata e altri organi dello Stato. Desidero esprimere un sentito ringraziamento, a tutte le donne e gli uomini della Farnesina e delle altre istituzioni, che hanno consentito di giungere a un esito favorevole della vicenda in un contesto ambientale difficile».

«C’è grande gioia. Siamo veramente contenti». E' quanto hanno detto i familiari di Francesco Scalise, dopo aver appreso la notizia della liberazione del loro congiunto. Grande emozione anche a Feroleto Antico, nel catanzarese, paese di origine di Luciano Gallo. Il sindaco, Pietro Fazio, ha incontrato i familiari di Gallo: «c’è aria di grande felicità. Ora attendiamo il loro ritorno in Italia ed in particolare nel nostro paese». I due superstiti erano stati rapiti il 18 gennaio scorso da uomini armati, con il volto celato. L’autista dell’auto su cui viaggiavano gli uomini, aveva riferito che i due erano stati fermati con la forza, sulla strada all’altezza di Fattaih . Li avevano fatti scendere e costretti a salire su un altro veicolo, per poi dileguarsi in direzione di Derna. I due erano operai edili impegnati in scavi per collegare cavi di telecomunicazioni tra Derna e il villaggio di Mrtoph.

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