«Volevo complimentarmi con voi». Questo, è uno dei tanti messaggi, mandati via mail, a inizio dello scorso maggio, in cui compaiono i nomi degli insegnanti abilitati alla prima fascia, nella materia di Storia antica. È uno dei 180 settori, che compongono l’abilitazione scientifica nazionale (Asn). Si tratta del nuovo sistema di reclutamento, voluto dall’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, per evitare lo scandalo dei concorsi truccati, dove spesso passava chi aveva il cognome giusto. Lo scandalo, invece, si ripete e il copione è sempre lo stesso: i vincitori si conoscono in anticipo, con studiosi di profilo internazionale e con modesti concorrenti promossi. I risultati della commissione esaminatrice sono stati pubblicati, solo molti mesi dopo, cioè il 14 gennaio scorso. Eppure gli scambi di complimenti sono continuati ben prima della chiusura della selezione, tanto che tutti i nomi degli abilitati sono usciti fuori. A quel punto la rabbia dei candidati è esplosa, anche alla luce di giudizi contraddittori e rapporti tra commissari ed esaminati.
In ottobre, una lista con 15 nominativi viene spedita con raccomandata al ministero dell’Istruzione, all’attenzione del ministro, Maria Chiara Carrozza e al direttore generale per l’Università, Daniele Livon. La stessa lista viene mandata anche a 'Il Fatto Quotidiano', preannunciata da una email del 18 dicembre, cioè quasi un mese prima che i risultati fossero resi pubblici. L’incertezza è durata fino a martedì 14 gennaio, poi la clamorosa scoperta: i nomi combaciavano tutti. «Si è verificata una situazione deplorevole, - è emerso dalla lettera, - e, per più ragioni, di grave irregolarità: ancora prima che fosse avviata la procedura di valutazione dei candidati, già circolavano i nomi dei ‘fortunati’ che avrebbero ottenuto l’abilitazione». Ora, I firmatari sono pronti a recarsi dai magistrati, perché indaghino sulla selezione. Mentre dal ministero, prima negano di aver ricevuto la lettera, poi chiedono lumi sulla ricevuta di ritorno. Del resto sulla lettera c’è il timbro ministeriale.
Tra i mittenti della missiva, ci sono diversi nomi di candidati, che pur avendo i titoli per ottenere l’abilitazione, sono stati bocciati. Tra questi, un ricercatore con oltre 80 pubblicazioni e esperienze di insegnamento all’estero, tra cui la Sorbona di Parigi . Oltre al profilo penale ipotizzato, infatti, c’è n’è anche uno amministrativo. «In questo stesso periodo, è ampiamente noto che intensi sono stati i contatti tra i candidati e i loro commissari ‘sostenitori, - continua il testo –. È facile capire che l’attribuzione dell’abilitazione non è sempre avvenuta per meritocrazia. Alcuni studiosi, con un curriculum ricco e articolato e di profilo internazionale sono stati esclusi, mentre altri, di produttività scientifica più modesta, hanno conseguito l’abilitazione».
Le segnalazioni di irregolarità, parentele e favoritismi influenzano l’intero sistema, e si ripetono ormai da settimane, con diverse interrogazioni parlamentari. A Lecce, durante un convegno, sarebbero stati anticipati i risultati del settore, “Organizzazione aziendale”, violando il segreto. In “Storia medievale”, 38 studiosi hanno accusato i commissari di aver truccato i propri curricula. A “Scienze del libro e Scienze storico-religiose”, nessuno dei commissari aveva competenze in quest’ultima, e in alcuni curricula compaiono pubblicazioni, che nulla hanno a che fare con il settore, come libri di poesia e romanzi. A “Sociologia”, diversi candidati stanno studiando i risultati con un supporto legale. Qui i commissari avrebbero dedicato solo 50 secondi per valutare ogni singolo candidato. Inoltre, forti sono stati i dubbi nutriti, sull’intero sistema, dal Consiglio di Stato, ma ignorati dalla Gelmini. La scientificità dei parametri era stata contestata dal mondo accademico.
Nel gennaio del 2013, una circolare dell’ex ministro, Francesco Profumo, ha creato caos. Il 16 gennaio due commissioni hanno congelato i risultati e riaperto i lavori con la procedura di “autotutela”. In meno di una settimana, se ne sono aggiunte altre otto, tranne quella di “Storia” di cui si sta indagando.