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Coronavirus e comunicazione non vincente

Le parole contano

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Di Giorgio Nadali

29 marzo 2020. A oggi in Italia un terzo dei morti di Covid-19 nel mondo. Il totale globale dei decessi è pari a 30.852, dei quali 10.023 nel nostro Paese, dove frenano i nuovi casi e aumentano i guariti. I contagiati in tutto il mondo sono oltre 665 mila. Primi gli Usa con 124.665 casi seguiti da Italia (92.472) e Cina (82.057).

Poco più di un mese fa, il 22 febbraio la rassicurante affermazione: “Il coronavirus non è mortale, la ricerca sta andando avanti". Lo ha detto il direttore scientifico Beppe Ippolito, in conferenza stampa all'ospedale Spallanzani.

Cinque giorni dopo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala lancia lo spot “Milano non si ferma”.   "Milano, milioni di abitanti. Facciamo miracoli ogni giorno. Abbiamo ritmi impensabili ogni giorno. Portiamo a casa risultati importanti ogni giorno perché ogni giorno non abbiamo paura. Milano non si ferma": sono le scritte che compaiono nello. Lo spot si conclude citando una serie di città tra cui Codogno e la scritta finale "l'Italia non si ferma, #Milanononsiferma". Ed ecco vagoni del metrò affollati insieme a limitazioni ad attività fisica individuale distanziata. Un messaggio contradditorio. Poi i flash mob, pagliacciate irrispettose dei malati e dei morti. Poi una raffica di affrettate limitazioni alle libertà costituzionali, mal comunicate, che fanno sentire criminali i cittadini. Tutti errori di comunicazione. Bastava un “dacci una mano a salvare vite. Anche tu puoi se rimani per ora in casa”. La frase “puoi aiutarmi?” ha sempre un grande impatto emotivo, decisamente diverso da “se esci ti arrestiamo”.    

Errori di comunicazione e di conoscenza comprensibili nei confronti di un’entità biologica sconosciuta che seppur piccolo 80 milionesimi di millimetro e ovviamente non intelligente è stato in grado di mettere per ora il mondo intero in ginocchio.

Anche un maestro della comunicazione come Donald J. Trump lo ha sottovalutato comparandolo al virus influenzale. "Abbiamo un sacco di persone che muoiono di influenza, come sapete", ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca. La tipica positività della mentalità imprenditoriale di grande successo andava qui equilibrata con la prudenza. Oggi gli USA sono il primo Paese per numero di contagiati di Covid-19 (oltre 137mila su 718mila nel mondo).  

Errore anche chiamarlo semplicemente “Coronavirus”. I coronavirus sono stati scoperti negli anni sessanta dalle cavità nasali dei pazienti con raffreddore comune. Sette sono i ceppi in grado di infettarci. Qualsiasi umano ne è già stato infettato da almeno uno nel corso della sua vita, con un raffreddore comune. Quello che ha messo nel 2020 il mondo in quarantena è il SARS-CoV-2 che provoca la malattia COVID-19.

Comunicazione deprimente anche per un leader (più politico che) religioso, ideologicamente contrario all’onesto successo umano (che invece fa molto piacere a Dio) e che lo etichetta come “delirio di onnipotenza”. Un messaggio che fa pensare alla colpa dell’uomo per la pandemia e il conseguente terribile giudizio divino. Decisamente non il volto amorevole del Padre che ha mostrato Gesù Cristo. Oggi lo stesso invita i suoi fedeli alla "domenica del pianto", invece di guardare alla vittoria che viene da Dio. Una cupa e scellerata teologia già respinta dalla Riforma di Lutero. In tempo di difficoltà i credenti vanno sostenuti con messaggi positivi di fede e speranza. Come quello di Joel Osteen, pastore della più grande chiesa cristiana adenominazionale degli USA e con fedeli in tutto il mondo: “Dovete accendere la vostra fede. Iniziare a dichiarare vittoria sulle vostre vite. Iniziate a ringraziare Dio che sta combattendo le vostre battaglie. Anche questo passerà. Cose migliori sono in arrivo”. Che differenza! Le parole contano e hanno sempre un grande potere!  

Con le parole si creano emozioni, positive o negative. Siccome siamo esseri emotivi, prima che razionali, le parole suscitano un desiderio di azione. Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non stiamo trattando con creature dotate di logica – scriveva Dale Carnegie -stiamo trattando con creature dotate di emozioni. Non a caso la parola magica abracadabra deriva dall’aramaico Avrah KaDabrà, che significa “Io creerò come parlo”.

La crisi la vince solo chi sa comunicare positività e rinascita. Altrimenti la guerra la vincerà quello stupido microbo che si è permesso di sfidarci. Potremmo dire con l'impavido Davide contro il gigante Golia nel libro biblico di Samuele: “Chi è questo Filisteo, questo incirconciso, che osa insultare le schiere del Dio vivente?” Chi è questa insignificante entità biologica che osa insultare noi figli del Dio vivente?”. Andrà tutto bene!  O meglio: "la vittoria è vicina!".  

 

 

 

 

 

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