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Esaltano i valori della Famiglia ma non li praticano.

Salvini, Meloni, Berlusconi, Calderoli, La Russa, Santanché predicano bene e razzolano male

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Partendo da Salvini: da Wikipedia si apprende che si sposa nel 2003 con Fabrizia Ieluzzi, giornalista presso una radio privata, di origini pugliesi; da lei ha avuto un figlio, Federico. Dopo aver divorziato dalla moglie, Salvini ha convissuto con l’avvocato Giulia Martinelli dalla quale ha avuto, nel dicembre 2012 una figlia. All'inizio del 2015 la rivista Novella 2000 svela la storia tra Salvini e la conduttrice televisiva Elisa Isoardi, confermata in seguito da entrambi. Ora sembra che si stia unendo alla figlia di Verdini. In definitiva, per quel che se ne sa, Salvini ha due figli da due donne, una moglie e tre conviventi.

Senza entrare nel merito, altri esaltatori dei valori della famiglia sono:
Silvio Berlusconi (FI), divorziato con figli e risposato; Giorgia Meloni con un figlio ottenuto fuori dal matrimonio; Roberto Calderoli (Lega Nord), sposato con rito celtico, divorziato 2 volte, ora convivente; Ignazio La Russa (AN), avvocato divorzista, divorziato e convivente; Daniela Santanchè (AN), primo matrimonio annullato, ora convivente.

È importante ricordare che:
La Camera dei Deputati e il Senato riconoscono i diritti dei Parlamentari conviventi attraverso un regolamento interno che prevede, per esempio, l’estensione della previdenza integrativa al convivente del parlamentare. In breve ogni politico può lasciare al proprio partner la pensione di reversibilità, anche se tra di loro non sussiste nessun legame matrimoniale . E’ necessario un semplice stato di famiglia che dimostri almeno 2 anni di coabitazione. Non è chiaro se Salvini trasferirà la Pensione di Reversibilità solo alla ex moglie o anche alle atre sue tre compagne conviventi.

Questisignori, o esternando solidarietà oppure partecipando direttamente, appoggiano ipocritamente, per un pugno di voti, i valori propagandati dal Congresso in corso a Verona in questi giorni: no al testamento biologico, no al divorzio, no all’aborto in autodeterminazione, no alle unioni civili. Se in questo Congresso di Verona si limitassero a sostenere maggiore protezione e maggiori finanziamenti per le mamme in difficoltà e per i bambini che possano nascere in maggior numero e crescere senza difficoltà, saremmo in un processo positivo e condivisibilissimo. Ma così non è. Le nascite vengono prese a pretesto per un’altra finalità: una visione  religiosa della vita che, in contrapposizione a quella laica, vuole la vita come dono di Dio che solo Lui può dare e solo Lui può togliere.

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