E' "il vecchio luna park", ma nella nuova era si "resta ribelli". Per cambiare l'Italia, anche con un hastag di sfida a Beppe Grillo. Nasce sulle note dei Negrita l'era Renzi del Partito Democratico. Nasce davanti ai grattacieli di Milano e ai rottamati del partito. Nasce con un patto di 15 mesi col Governo, alla tedesca, e un orizzonte di 15 anni per l'Italia. Parla per un'ora Matteo Renzi. E disegna il suo Pd "che sta alla frontiera -ricorda- non al museo delle cere". Che promette appoggio al Governo Letta, ma si preoccupa di più di conciliarsi con gli italiani. E punta a farlo con un elenco di urgenze: un piano per il lavoro entro un mese e per i giovani; le unioni civili, lo ius soli, la modifica della Bossi-Fini. E prima di tutto, quella legge elettorale, da fare entro gennaio o "perdiamo la faccia", avverte.

Un crescendo, culminato con l' annunciata sorpresina a Grillo: stop ai rimborsi, se i 5Stelle si impegnano su abolizione del Senato, riforma elettorale e tagli. Un piano che punta a 1 miliardo di risparmi. "Hastag, #Beppefirma qua. Ci stai a cambiare le cose? Se si, il Pd è davanti, non dietro.

Caro Grillo, hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale. Ci stai a scendere dal tetto di Montecitorio e votare? Se non ci stai, sei il solito chiacchierone. E buffone. Te lo dice il tuo amico Renzi".
Con la sfida ai 5Stelle, il segretario- a cui "i paninari stavano antipatici", confessa -- guadagna l'applauso più forte dell'assemblea, non preoccupata -pare-dalla concorrenza tra il segretario e il premier. Enrico Letta marca le differenze "con chi liscia il pelo alle proteste" e individua in questo Pd il "motore del nuovo inizio del governo. Non ci saranno più retroscena, perché tutto avverrà in trasparenza", assicura. Ma nel vecchio luna park, ora si resta ribelli.