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Con l’operazione “DIRTY MARKET” della Guardia Costiera, per gli italiani un cenone più sicuro

Redazione
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Si è conclusa in queste ore l’operazione complessa della Guardia Costiera “DIRTY MARKET” che, per tutto il mese di dicembre, ha visto impegnati tutti i Comandi Territoriali del Corpo nei controlli sull’intera filiera ittica, per contrastare l’arrivo, sulle tavole degli italiani, di prodotti ittici “dirty”, ovvero “non sicuri”, “non garantiti” e quindi potenzialmente pericolosi, nonché pescati in spregio alle norme vigenti che tutelano l'ambiente marino. Dal mare fino alla tavola dei consumatori, la Guardia Costiera - interfaccia periferica, operativa e amministrativa del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali - ha intensificato i controlli, al fine di garantire al consumatore finale un prodotto tracciabile e di qualità, premiando il lavoro degli onesti professionisti del settore che adempiono agli obblighi di legge, e tutelando al contempo, in difesa dell'ambiente, le specie ittiche sottoposte a particolare protezione e l’intero ecosistema marino e costiero. <

Circa 65 i chilometri di reti derivanti sequestrate, il cui utilizzo viola le normative di settore, provocando un danno considerevole all’ambiente marino e, soprattutto, al suo ecosistema, comportando la cattura indiscriminata - ed altamente impattante - di specie di animali sottoposti a particolare protezione, come i mammiferi marini, tartarughe, squali e altre specie “non bersaglio”, che finiscono imprigionati nelle stesse reti, senza possibilità di salvarsi. Di rilievo, infine, il dato relativo ai ricci di mare sequestrati: sono quasi 100.000 gli esemplari pescati illecitamente e restituiti dalla Guardia Costiera alle loro importanti funzioni nell’ecosistema marino, quali organismi fondamentali per la crescita delle comunità algali che rappresentano un autentico patrimonio ambientale per i nostri mari.

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