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NELLA MAIL FINO AL COLLO

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Andiamo con ordine. Lunedì pomeriggio alla commissione Ecomafie Virginia Raggi ammette di aver appreso dell’indagine a carico della Muraro già da luglio. E afferma di aver informato Luigi Di Maio. In un primo momento il Direttorio smentisce categoricamente, assicurando di aver mai saputo nulla. Ma viene fuori la “prova” di una mail con cui si avvertiva Luigi Di Maio del procedimento giudiziario in corso. Data d’invio: 5 agosto. Per diverse ore dalle parti del Movimento non viene commentata la notizia, nemmeno una piccola dichiarazione. Sembra molto strano che i vertici grillini non si siano subito adoperati per smentire la ricostruzione sulla mail. Se non fosse mai arrivata alla casella di posta elettronica di Di Maio, probabilmente il M5S lo avrebbe detto subito. E infatti poco fa, quando era ancora in corso la riunione del Direttorio con il sindaco di Roma, si viene a sapere che la mail è partita e arrivata a destinazione. Ma Di Maio non avrebbe capito di cosa si trattasse. Un “malinteso”, un “equivoco”. In sostanza Di Maio credeva che la mail, arrivata il 5 agosto, riguardasse il “caso Fortini”, il numero uno di Ama che il due agosto si era recato in Procura per parlare del caos rifiuti su cui aveva già presentato un esposto nel 2015. La difesa di Di Maio e del Direttorio appare però poco credibile. E non giustifica del tutto il sindaco Raggi. Secondo sua stessa ammissione, infatti, la Muraro l’avrebbe informata dell’indagine il 18 luglio. Perché la mail è arrivata solo il 5 agosto? E soprattutto, possibile che durante la cena svolta il 2 agosto tra Direttorio e primo cittadino non ne abbiano parlato? Roberto Fico, presente a cena, ha assicurato che a tavola si sia dibattuto di tutt’altro. Ovvio: mentre l’Italia intera è focalizzata sul caso Muraro, i grillini pensano ad altro. Per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, Luigi Di Maio è un incapace che ha dimostrato la sua grande inesperienza sul caso Muraro. Una critica molto severa. Pizzarotti è sospeso dal M5S proprio con l’accusa di non aver informato i vertici pentastellati dell’indagine della magistratura nei suoi confronti. Anche per questo Pizzarotti ha chiesto le dimissioni del direttorio dei 5 Stelle. Poi, ieri sera a Nettuno con Di Battista, Fico e Grillo è bastato dire: “Ho commesso un errore. Ho sottovalutato” il contenuto della mail che mi era stata inviata. “Non l'ho detto a Roberto, Carla, Carlo, Alessandro, l'ho sottovalutata e sono qui a dirvelo negli occhi”. “Pensavo che l'accusa venisse da un manager del Pd, questo è quello che pensavo. E questa sera sono a dirvi che ho commesso un errore senza intermediari”, ha detto ancora Di Maio sottolineando che il reato in cui è coinvolta Muraro potrebbe essere “punito anche con una multa ma noi adesso non abbiamo le carte per saperlo”. E tutto è tornato come prima. Di Maio viene assolto in attesa della prossima vicenda. – 8 settembre 2016 Matteo D’Errrico

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