Un caso chiuso nelo 2011, con l'assoluzione per Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri; il fascicolo è stato nuovamente riaperto.
Parliamo delle stragi del 1992/1993, quando Silvio Berlusconi era Presidente del Consiglio e Marcello dell'Utri segretario di Forza Italia. Il caso era passato già per i tribunali e i due se l'erano scampata, ma, le parole del Boss Giiuseppe Graviano, rimettono tutto in gioco.
Il Boss, in carcere dal 1994, è coinvolto nel Maxi Processo trattativa Stato-Mafia. Era il 10 aprile dell'anno scorso, le telecamere della Dia spiavano il braccio del 41 bis del penitenziario di Ascoli Piceno: "Trent'anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi...".
I superesperti nominati dalla Corte d'assise danno ragione alla procura. "Graviano parla di Berlusconi"; il legale di Berlusconi nega, bollando queste parole come "illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano".
I giudici avevano convocato il boss delle stragi al processo di Palermo, per chiedere a lui direttamente. Ma Graviano ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.
Intanto la Procura di Firenze ha già ottenuto le indagini preliminari e Caltanissetta sta pensando di riaprirle.