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Ius Soli, scontro Lega-Cei

A Calderoli risponde Grasso

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Non si ferma il dibattito sullo ius soli.

Nel polverone si aggiunge, anzi, l’appello pro-legge della Conferenza episcopale italiana, a firma di monsignor Nunzio Galantino: “Siamo preoccupati per come si sta affrontando" il "problema" dello ius soli, persino con gazzarre ignobili in Aula. Sono temi molto importanti. Ci sta che qualcuno sia contrario. Ma vedo che c'è chi ha cambiato idea. E ora fa politica unicamente per rincorrere il proprio successo, perché vuol fare solo il proprio interesse". 

Parole, che per la Lega suonano come un intervento in scivolata. “Stupisce la netta presa di posizione della Cei”, dichiara un perplesso Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato. Perplesso e infastidito: "Stupisce perché raramente dalla CEI abbiamo sentito prese di posizione altrettanto dure davanti a problemi che affliggono gli italiani, come ad esempio la disoccupazione. Cari vescovi pensate agli italiani senza lavoro, casa e pensione dignitosa e lasciate che sia il Pd a pensare a coltivarsi il bacino elettorale degli immigrati..."

All’affondo del leghista, lanciato nel tardo pomeriggio, replica, qualche ora dopo, il presidente del Senato, Pietro Grasso. “La Cei si è sempre distinta nella difesa dei deboli e non merita questi attacchi”, dice l’ex procuratore nazionale antimafia. Il problema è che “c’è ancora qualcuno che non crede si possa difendere nello stesso tempo chi è disoccupato e chi è migrante”. 

Tre giorni fa, nella bagarre creatasi a Palazzo Madama durante la discussione della controversa legge, lo stesso Grasso aveva dovuto subire i pesanti attacchi verbali dei senatori padani. Com'è noto, nel corso della seduta alcuni di essi si erano resi protagonisti di un vero e proprio assalto ai banchi del governo. come protesta per la decisione di incardinare subito il ddl in Aula. Nel pieno dell'offensiva, Il presidente era stato costretto prima ad espellere Raffaele Volpi, che gli aveva detto in faccia parole ingiuriose, poi a chiedere l'intervento dei commessi per trascinare via il capogruppo Gian Marco Centinaio dal posto che aveva occupato abusivamente, a fianco alla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli. Mentre veniva riaccompagnato di forza al suo scranno, Centinaio, come testimonia un video di un suo collega pentastellato, Maurizio Buccarella, aveva sfogato la sua indignazione lanciando due insulti all'indirizzo della seconda carica dello Stato: una colata di fango sulla sua statura morale e uno schiaffo alle sue origini meridionali

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