Caso chiuso pe Lapo Elkann. Rischiava da due a dieci anni di carcere per il finto sequestro del 29 novembre, ma il procuratore di New York "ha deciso di lasciar cadere le accuse". La conferma è giunta sia da un funzionario del tribunale penale di Manhattan dove era in programma l'udienza, sia dall'ufficio del procuratore distrettuale. "E' sollevato e molto felice", afferma il suo avvocato Randy Zelin, il quale spiega che il suo ufficio legale ha condotto un'inchiesta e ha presentato le sue conclusioni al procuratore, il quale ha determinato che la vicenda non costituiva un reato penale.
Le parole di Lapo: "La decisione di oggi mi rincuora e rinforza il sentimento di fiducia che da sempre ripongo nella giustizia americana", ha fatto sapere in una nota il nipote di Gianni Agnelli. "Ho attraversato un momento difficile che mi ha però dato il tempo e il silenzio necessari per riflettere su quanto è accaduto e soprattutto per rinforzare quello che voglio fare in futuro". "So - aggunge - che voglio proseguire il lavoro che ho fatto su di me in queste settimane, per raccogliere nuove energie e mettere una consapevolezza diversa nella mia vita e nel mio lavoro. Intendo sostenere le aziende cui ho dato vita e portare avanti i tanti progetti di collaborazione avviati con il massimo impegno". Infine un ringraziamento a "tutti quelli che mi hanno dato segnali di amicizia: la mia famiglia, i miei collaboratori e soprattutto le moltissime persone che non conosco personalmente, ma che mi hanno aiutato con un gesto o una parola". "La loro vicinanza è stata ed è importante: grazie! Lapo".