Coloro che hanno l'abitudine di bere acqua del rubinetto risparmiano fino a 270 euro all’anno e producono il 98% in meno di Co2. Questi i dati tratti da Le buone acque, il report pubblicato dalla Hera, il maggior gestore del servizio idrico in Emilia Romagna. Il rubinetto garantisce anche una sicurezza maggiore: le società che distribuiscono acqua potabile eseguono in media 2.000 analisi al giorno.
Giorgio Temporelli, esperto in igiene e normative del settore, aggiunge «la legge impone una serie di controlli, ma non tutte le acque hanno la stessa qualità ». Ma c'è un modo per valutarla.
Dove trovare le analisi:
«Le società che gestiscono il servizio hanno l’obbligo di rendere pubblici i dati aggiornati delle analisi» dice Temporelli. «La maggior parte li pubblica sul sito web, altri in bolletta. Se non li trovi, contatta il servizio clienti del tuo gestore, e chiedi di inviarteli».
Come si leggono?
Ecco i parametri più importanti. «Il primo è il residuo fisso, che indica il contenuto di sali minerali. Per il consumo quotidiano, meglio se è compreso tra i 50 e i 500 mg/litro. Attenzione anche ai nitrati: un valore sotto i 10 mg/litro è indice di purezza. Il limite previsto per legge è 50 mg/l, ma se è già attorno ai 40 l’acqua non è adatta a bimbi molto piccoli» spiega l’esperto.
Attenzione: al cloro (limite consigliato: 0,2 mg/l) e ai suoi sottoprodotti, responsabili di un sapore sgradevole. «Puoi risolvere utilizzando una caraffa con i filtri ai carboni attivi, che lo trattengono». Inoltre «Un sapore metallico oppure odori strani possono derivare da problemi ai tubi condominiali» dice Temporelli. «In questo caso ti conviene far analizzare un campione di acqua da un laboratorio privato che ti consiglierà quali parametri controllare in base al tuo problema».

