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Strage di Berlino: è caccia all’uomo in tutta Europa

Il sospettato si chiama Anis Amri, tunisino, e ha passato 4 anni in carcere in Italia

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Sarebbe lui, Anis Amri, tunisino di 24 anni, ad essere l’autore della strage di Berlino lunedì sera. I documenti del ragazzo sono stati trovati sul tir utilizzato per l’attentato e secondo gli esperti di terrorismo questa potrebbe essere una delle modalità con la quale gli attentatori “firmano” il loro gesto. 

Al momento Amri è latitante e le ricerche sono attive oltre che in Germania anche negli altri paesi europei. Il sospetto è che il giovane stia provando a nascondersi utilizzando una eventuale rete di contatti nel caso in cui l’attentato sia stato progettato da più persone.

Ma chi è Anis Amri? Dalle informazioni diffuse dalla stampa tedesca il giovane tunisino era arrivato in Italia nel 2012 e a causa di diversi atti violenti era stato condannato a 4 anni di carcere. Secondo alcune ipotesi la sua “radicalizzazione” jihadista sarebbe avvenuta proprio nel periodo di detenzione, ma su questo non vi è ancora certezza.  Una volta scarcerato Amri doveva essere espulso in Tunisia, espulsione che però non avvenne per il rifiuto delle autorità tunisine.  A quel punto Amri si sarebbe spostato in Germania cambiando più volte identità.

Sempre secondo la stampa tedesca, il giovane eta stato già fermato diverse volte ed era sotto controllo perchè le forze di polizia temevano che potesse preparare un attentato.  Quest’ultimo elemento, insieme al fatto che Amri fosse un immigrato, sta scatenando forti polemiche che si concentrano tutte contro le politiche di accoglienza della cancelliera Merkel. In particolare l'estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD), ma anche la CSU alleata regionale bavarese della Merkel, stanno cavalcando la polemica politica in vista delle elezioni federali del 2017. 

Per facilitare la cattura di Amri il Governo Federale tedesco ha emesso una taglia di 100.000 euro a chiunque fornisca informazioni sull’uomo definito come “armato e pericoloso”.  Tra ieri ed oggi la polizia tedesca ha effettuato diverse perquisizioni nei luoghi frequentati dal tunisino a partire dal centro profughi di Emmerich sul Reno, in Nordreno-Vestfalia, dove il giovane ha vissuto per diverso tempo. 

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