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Torino: un rene al posto della milza salva la bambina di 6 anni

Si tratta del primo trapianto al mondo

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Una storia a lieto fine è stata scritta all’interno dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Protagonista la piccola R., una bambina di 6 anni in dialisi fin dal primo giorno di vita presso l’ospedale Infantile Regina Margherita, a causa di una rara anomalia dello sviluppo del rene, associata ad una complessa malformazione dei vasi sanguigni addominali. I medici hanno portato a termine un trapianto del rene al posto della milza, grazie ad una tecnica rivoluzionaria. Questo ha permesso alla bimba di iniziare a bere a urinare cose che non aveva mai potuto fare dalla nascita. L'intervento eccezionale, annunciato come una prima mondiale, è stato eseguito tra il 9 e il 10.


I medici: "La bambina ora sta molto bene, ha ripreso a urinare immediatamente e finalmente a bere dopo 6 anni di anuria e di divieto assoluto di bere, diventato ormai insostenibile". Era già stato tentato un trapianto di rene nell'agosto 2014, ma non aveva ripreso a funzionare a causa delle anomalie vascolari. Il sistema immunitario della bambina aveva però risposto "in maniera vigorosa allo stimolo rappresentato dalle caratteristiche tessutali incompatibili del rene trapiantato", spiegano gli esperti.


Un ulteriore trapianto di rene appariva davvero molto difficile, sia per la complessità del collegamento vascolare con la piccola ricevente, sia per la necessità di reperire un organo particolarmente compatibile. La dialisi richiede un accesso vascolare per consentire la purificazione del sangue tramite la macchina motivo per il quale le anomalie vascolari della piccola bambina ponevano anche il rischio di non poter più avvalersi di vasi adeguati, giocandosi la vita.


Un caso seguito "con particolare passione e dedizione dall'équipe del trapianto renale pediatrico di Bruno Gianoglio (direttore di Nefrologia del Regina Margherita), che ha coinvolto tutte le figure professionali del Dipartimento dei trapianti", riferiscono dalla struttura. Ad occuparsi della parte chirurgica è stato Renato Romagnoli (del team di Mauro Salizzoni), dai chirurghi vascolari diretti da Maurizio Merlo e dall'équipe degli urologi di Paolo Gontero, entrambi dedicati al trapianto renale dell'adulto dell'ospedale Molinette, in collaborazione con Licia Peruzzi, la responsabile clinica del trapianto renale pediatrico, e con gli anestesisti del gruppo di Pier Paolo Donadio, professionisti dedicati alle Molinette al trapianto di fegato e di rene su pazienti adulti e pediatrici.
La malformazione della piccola era di natura molto particolare, e rendeva impossibile l'impianto del rene donato con una tecnica standard. C’era dunque una sola possibilità per poter eseguire il trapianto nella cavità addominale, vale a dire utilizzare un’altra via di collegamento al circolo sanguigno. Inoltre la particolare condizione immunologica della bambina, rendendo quasi impossibile trovare un donatore compatibile, è stata gestita dall'Immunogenetica dei trapianti, diretta da Antonio Amoroso, la quale ha identificato, attraverso alcune tecniche avanzate, quali potessero essere gli abbinamenti adeguati per il trapianto. Con il supporto del Centro regionale trapianti, la bambina è stata così iscritta nella lista di urgenza nazionale.


Presso il Centro trapianto renale pediatrico è stata portata a termine una rimozione degli anticorpi anti-tessuto. L'Immunogenetica ha proseguito con il monitoraggio del livello degli anticorpi in maniera costante, fino a rendere possibile l’operazione. Ecco che, il 9 dicembre scorso, è stato segnalato dal Centro nazionale trapianti un potenziale donatore proveniente da un'altra regione, possessore delle caratteristiche immunogenetiche e cliniche giuste.
Dopo pochi giorni in terapia intensiva nel Reparto Trapianti di fegato delle Molinette, ora la piccola guerriera sta "molto bene" e "verrà a breve trasferita nuovamente al Centro di trapianto renale del Regina Margherita. Il suo trapianto è l'esempio della collaborazione di numerosi professionisti - ognuno con le proprie competenze ed esperienze - della Città della Salute e della Scienza di Torino per completarsi con quelli della Rete nazionale di donazione e trapianto" queste le splendide parole che rilascia la struttura.

 

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