Si è conclusa ieri, la due giorni di DIG.IT 16 manifestazione nazionale interamente dedicata al giornalismo digitale e online, giunta alla sua quinta edizione. e si è parlato, tra i tanti temi affrontati, di DIRITTO ALL’OBLIO, ovvero il diritto spettante ad ogni cittadino di richiedere la cancellazione o l’aggiornamento di una notizia che lo riguardi in prima persona.
La carta stampata da alcuni anni si è trasferita in questo mondo, lasciando le “prime pagine” ai social, che hanno preso il posto della vecchia “Ultima ora”.
Adesso per avere le notizie, la mattina la prima cosa che uno fa è aprire la pagina Facebook. Oggi, quanta credibilità possiamo dare all’informazione digitale? Un attimo per ricevere fango addosso e una vita per toglierselo. La deontologia è parte fondamentale nella professione del giornalista, ma spesso pur di far notizia viene chiusa in un cassetto.
L’avvocato Deborah Bianchi, specializzato in diritto dell’internet dal 2006, ha tenuto una lezione interessante, di estrema utilità per chi fa dell'informzione online ilsuo mestiere. Ogni fatto, ogni situazione, ogni informazione, è soggettiva, per cui il vademecum del diritto all’oblio è una piccola base da cui partire e prendere spunto.
1. Non esistono regole
Un diritto che si acquisisce con il tempo e che dovremmo imparare ad utilizzare nel momento giusto. Non esistono scadenze, ma dovremmo essere consapevoli che le informazioni possono cambiare rotta e che si possono controllare quando partono.
2. Non sperare nello “scarica barile”
Frase su cui tutti dovremmo riflettere
3. Archivio indicizzato. Non lasciare notizie isolate, non aggiornate o decontestualizzate.
Rivolto in particolar modo ad editori che hanno siti internet. Quando uno ha una notizia in archivio dovrebbe essere aggiornata con quello che è successo dopo, perché la vita delle persone continua anche dopo i fatti.
4. Abbinamenti lesivi. Eliminare la notizia non pertinente al soggetto.
5. Abbinamenti lesivi. Eliminare la notizia non pertinente al soggetto sebbene attuale.
6. Personaggio pubblico. Diritto all’oblio solo nella vita privata
7. Osservare un principio di trasparenza graduale nel tempo e nei contenuti (FOIA- “Freedom of Information Acts”)
La trasparenza nelle pubbliche amministrazioni che devono adeguarsi ai nuovi strumenti quali internet
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto l’accesso alle informazioni detenute dai governi come diritto: oggi più di 90 Paesi democratici hanno un FOIA. L’Italia non è ancora tra questi.
Come detto ,dovremmo analizzare singolarmente ogni notizia, ogni articolo ed ogni video, ma molti siti internet, i social più conosciuti (Facebook, Twitter), ma anche quelli meno conosciuti sono stati causa di rimozione. Soprattutto gli ultimi in passato sono riusciti a provocare molte situazioni di cyber bullismo fino a provocare anche in alcuni casi il suicidio.
Con la sentenza del mese di maggio del 2014, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che “gli utenti hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca come Google di rimuovere determinati risultati che li riguardano. La Corte ha stabilito che i motori di ricerca devono valutare la richiesta di rimozione di ogni persona e che possono continuare a mostrare determinati risultati soltanto se esiste un interesse pubblico che ne giustifichi la visualizzazione”.
Molto spesso passiamo da un estremo all’altro, ma senza troppi moralismi e retoriche, prima di scrivere, parlare ed esprimersi, cerchiamo di essere dei giornalisti.