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Cosenza, scoperta maxi-truffa finalizzata ad evasione

Nel settore immobiliare

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La “metà oscura” di un giro d’affari di 60 milioni di euro.

Parliamo di un buco fiscale da 30 milioni di euro nel settore edilizio. È quello che era stato realizzato dalla “mala del mattone” nel territorio di Cosenza, mediante un sistema che è stato messo a nudo e scardinato dalle Fiamme Gialle con l’operazione “Ghost Building”.

Tutto questo proprio nel giorno in cui, 16 maggio, la città bruzia, nel pieno della campagna elettorale, si preparava ad accogliere due pezzi da novanta della politica nazionale: il sottosegretario Luca Lotti, venuto a dichiarare il suo appoggio al candidato del Pd che ha preso il posto di Presta, Carlo Guccione; e inoltre il leader di Ala, Denis Verdini, pronto a suggellare il patto col partito di Renzi, in vista delle amministrative cittadine, anche in riva al Crati.

Al centro del ssistema una società edilizia cosentina connesa con altre tre aventi sede a Roma. Di quale sistema parliamo? Di uno dei più classici. Scambio di fatture per operazioni inesistenti, a prezzo artatamente gonfiato per truccare l’effettivo ammontare delle entrate. I beni protagonisti di questo truffa-mercato erano edifici in costruzione ma anche immobili già costruiti, adibiti sia ad uso abitativo che commerciale, e realizzazioni virtuali di impianti o altre opere murarie su diversi fabbricati.

A operazione conclusa sono stati denunciati all’autorità giudiziaria, la Procura della Repubblica, i cinque legali rappresentanti del poker di società. Si è dato inoltre inizio alle procedure che condurranno al sequestro dei beni patrimoniali societari per un valore equivalente a quello della somma evasa.

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