Due anni fa Chiara Insidioso fu picchiata selvaggiamente dal suo convivente Maurizio Falcioni, che la prese a calci in testa fino farla cadere in coma
Chiara dopo dieci mesi si risvegliò ma aveva subito gravi lesioni cerebrali e non era più la persona che tutti conoscevano. Era in stato quasi vegetativo, reagiva alle voci dei familiari e apriva gli occhi, ma niente di più.
Tempo dopo dall'ospedale San Camillo di Roma Chiara fu trasferita al Santa Lucia, dove grazie alle cure e alla riabilitazione, la 19enne iniziò a relazionarsi con l'ambiente circostante e a comunicare. Tra venti giorni però, dopo due anni, Chiara deve andarsene dal Santa Lucia e trasferirsi in una casa di cura per anziani malati terminali e le verranno meno le cure e gli stimoli di cui ha bisogno.
Per questo è partita la petizione su Change.org https://www.change.org/p/unacasaperchiara-matteorenzi-bealorenzin-nzingaretti-quirinalestampa richiesta da Gabriella Carnieri Socia Fondatrice dell’Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa di cui è Presidente dal 2003.
"Chiara è una delle poche donne che sono sopravvissute al femmicidio in una condizione di grave danno fisico e psichico, un caso che lo Stato italiano non può ignorare o ricordare solo in maniera formale, ma su cui ha l'obbligo di intervenire con una compensazione economica che garantisca a Chiara un accesso agevolato a forme di assistenza ai fini della riabilitazione e di reinserimento a una vita il più possibile normale. Un obbligo che la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, ratificata dall'Italia nel 2013, spiega ampiamente nell'articolo 30 in cui si descrive come lo Stato si debba occupare del risarcimento nel caso in cui 'la riapparizione del danno non è garantita da altre fonti e in particolare dall'autore del reato'" Si trova scritto nella petizione
Aggiunge Gabriella Carnieri “Chiediamo inoltre che il governo si impegni perché vengano create le condizioni economico-legislative, perché la Convenzione di Istanbul, nella sua totalità , venga applicata e divenga l'indispensabile strumento di contrasto alla violenza di genere, dato che il Parlamento l'ha ratificata, all'unanimità ".