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Premio Strega, penultimo atto

Presentata la cinquina dei finalisti

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Tre autori per altrettante major editoriali, e poi un quarto e un  quinto scrittore, anzi una quinta scrittrice, che riescono ad arrivare in fondo con editori fort, ma sostanzialmente di nicchia.

Nicola Lagioia, Mauro Covacich, Elena Ferrante, Fabio Genovesi e Marco Santagata: sono loro i cinque finalisti del Premio Strega 2015, i protagonisti che animeranno la cerimonia conclusiva della LXIX edizione del premio letterario per romanzi editi più importante d’Italia.

Radiografiamoli.  Nicola Lagioia, nato a Bari nel 1973, arriva in fondo alla competizione con i centottantadue voti ottenuti nel "seggio elettorale" dal suo romanzo La ferocia, edito da Einaudi. Si tratta di un giallo apulo, che si dipana intorno al ritrovamento del cadavere di una ragazza, Clara Salvemini, figlia di un ricco costruttore. Dopo un felice esordio con Minimum Fax nel 2001, Lagioia è entrato nella scuderia Einaudi nel 2004, non senza disdegnare incursioni  in Fazi, Rizzoli, Laterza e Neri Pozza. Con un romanzo Einaudi, Riportando tutto a casa, nel 2010 si era aggiudicato il Premio Viareggio.

Mauro Covacich, nato a Trieste, classe 1965, arriva in finale grazie ai centocinquantasette voti che hanno premiato il suo La sposa, edito da Bompiani. Collaboratore del Corriere della Sera e, per un breve periodo, docente di scrittura creativa, Covacich ha esordito nel 1993 per i tipi di Neri Pozza  con Storie di pazzi e di normali. Nella sua produzione ci sono due titoli con Mondadori e molta Einaudi. Questa ultima fatica, un romanzo  di viaggio e di avventura, è la sua prima opera targata Bompiani.

Con centoquaranta voti è in finale anche Elena Ferrante o chiunque si celi sotto questo nome (c’è in realtà un affascinante mistero relativo all’identità di questa scrittrice), che se la gioca con la sua Storia della bambina perduta. La Ferrante, o chi per lei, è, non da oggi,  l’asso nella manica delle edizioni E/O, casa editrice affermata ma non non certo un colosso come Mondadori o Einaudi o Rizzoli o Bompiani. Questa storia di due amiche napoletane (una delle quali vuole fare la scrittrice), è in realtà l’ultimo capitolo di una serie di quattro romanzi, co-titolati L’amica geniale (per esserepiù precisi il romanzo capostipite si intitolava esattamente così).

La Mondadori sarà rappresentata in finale da Chi manda le onde di Fabio Genovesi, che è riuscito a raccogliere centoventitré voti. Genovesi è un autore della casa di Segrate dal 2011, quando ha pubblicato Esche vive che è stato poi tradotto in nove lingue. Ma al suo attivo ha anche una felice esperienza con Laterza, che nel 2012 gli ha pubblicato il saggio Morte dei marmi, considerato un cult.  Chi manda le onde, storia versiliana di una mamma e dei suoi bambini e dell’incontro di questi ultimi con un misterioso coetaneo russo, ha già vinto l’ultimo Premio Strega Giovani.

Chiude la cinquina Marco Santagata, veterano dei premi letterari importanti: ha vinto il Campiello nel 2003 e lo Stresa Narrativa tre anni dopo. Il suo Come donna innamorata ha ottenuto centodiciannove voti ed è il titolo su cui la casa edirice Guanda ripone le sue speranze di vittoria. Riuscirà la sua rilettura della storia di Dante e Beatrice a convincere i giurati?

Per lui, come per gli altri, l’appuntamento è fissato al 2 luglio prossimo.

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