“Le ibride alterità della natura” è il titolo della personale di Davide Coltro curata dal critico d'arte contemporanea Massimo Sgroi, che si inaugurerà venerdì 27 marzo alle ore 18.30 alla Galleria Spazio Nea di Napoli.
Può la natura coesistere con I mondi elettronici? Questa é la domanda che si é posto il critico Massimo Sgroi, per cui le opere di Davide Coltro sono l'efficace risposta al dilemma: nella realizzazione dei quadri elettronici l’artista veronese se da un lato cavalca, come un net surfer, l’onda della modalità dei mezzi elettronici, dall’altro mantiene inalterata la sostanza concettuale del mezzo primigenio dell’espressione artistica: la pittura. Nella sua ricerca ontologica su questo mezzo espressivo egli ha ben chiaro che lo sfondamento del limite non porta necessariamente ad una nuova metafisica, anzi è ben consapevole che, oltre questo stesso limite, non c’è nulla che già non sia presente all’interno del nefesh, ovvero il Corpo Vivente.
“Le ibride alterità della natura” aprirà il 27 marzo e sarà visibile fino a venerdì 8 maggio alla galleria d'arte Spazio Nea di Napoli, proiettando lo sguardo anche verso molti paesi stranieri: Con Davide Coltro - dichiarano i galleristi Bruno La Mura e Luigi Solito - Spazio Nea allarga gli orizzonti con un progetto artistico internazionale: cogliamo l’occasione per annunciare la successiva mostra del percorso curato da Massimo Sgroi che vedrà protagonista l’artista turca Guler Ates il prossimo maggio.
Davide Coltro (Verona, 1967) vive e lavora a Milano. Inventore del quadro elettronico, nuovo medium artistico per la cui realizzazione si avvale di tecnologia e formule matematiche.
Negli ultimi anni ha iniziato un percorso di studi teologici, con il desiderio di alimentare la propria ricerca artistica attraverso una maggiore riflessione sul rapporto dell’uomo con la fede e con i temi fondamentali dell’esistenza umana. Le sue considerazioni circa l’unità dell’arte soprattutto attraverso lo sviluppo tecnologico, lo hanno indotto ad aprire un dibattito teorico con altri importati autori della sua generazione.
Ha dato vita ad un gruppo, ispirato al termine anglosassone ON (acceso), composto da artisti che utilizzano la tecnologia e l’energia in diverse forme nella concezione, progettazione e realizzazione dell’opera.
I suoi quadri elettronici sono stati acquisiti da importanti collezioni pubbliche e private ed esposti in molti musei trai quali: Museum of Modern Art – Mosca, Museo ZKM - Karlsruhe, Urban Planing Center – Shangai, Etagi Loft Project – San Pietroburgo, Centro Luigi Pecci – Prato, Collezione Farnesina – Roma, Museo di Arte Moderna, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Marca di Catanzaro