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Oggi si venera San Maurizio

Il coraggioso comandante della Legione Tebea

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San Maurizio fu il comandante della legione Tebea, una divisione dell'esercito romano famosa per il suo coraggio... e per la sua professione di fede.

Egli nacque intorno al 250 in Egitto, da genitori pagani. Intrepido e intelligente, venne educato alla strategia militare e alla spada, e poco più che adolescente iniziò a scalare i ranghi dell'esercito, fino a diventare comandante di una divisione romana: quella Tebea. 

Durante uno dei suoi viaggi, Maurizio passò per la Palestina. Lì conobbe il cristianesimo e amò i principi, la purezza e la semplicità della nuova religione. Gli dei pagani erano capricciosi e volubili, mentre Dio era una sola cosa: buono.

Si convertì quasi subito, richiese il battesimo e studiò, per poi diffondere il culto tra i suoi legionari. Forse per il carisma di Maurizio o forse per la sete di verità nei loro cuori, tutti e 6600 si convertirono.

Tra questi c'era anche il Santo fuggiasco, Sant'Alessandro da Bergamo.

 I tebeani erano una legione coraggiosissima e tra le più apprezzate nell'esercito. Non battevano ciglio a combattere contro i nemici di Roma, e l'imperatore li premiò con diversi onori.

Nel 285 la popolazione dei Bagaudi, al confine tra Francia e Svizzera, insorsero. L'imperatore Massimiano richiamò nella zona diverse legioni, e si recò a sua volta per coordinare l'attacco.

Com'era d'uso al tempo, la notte prima della strage l'imperatore richiese un sacrificio agli dei, come buon auspicio. Senza causare problemi o dare fastidio, Maurizio e i suoi si allontanarono, per pregare invece il loro Dio.

Massimiano fu enormemente offeso dal gesto. Richiamò i legionari e, quando questi furono al suo cospetto e spiegarono candidamente le loro ragioni religiose, rise loro in faccia. Aggiunse un altro ordine quindi alla missione: massacrare tutti i cristiani. Si aspettava forse che i legionari soffrissero a tale compito ma che obbedissero infine, ma non andò così.

Maurizio fece un passo avanti e parlò per sé e tutti i suoi uomini così:

« Signore, noi siamo vostri soldati, ma nello stesso tempo servi di Dio e gloriandoci di questo, ne facciamo una spontanea confessione. A voi dobbiamo il servizio militare, a Dio l'innocenza; da voi riceviamo lo stipendio, da Dio abbiamo ricevuto la vita. Non possiamo dunque ubbidirvi offendendo Dio, Creatore e Padrone nostro e vostro, ancorchè ricusiate di riconoscerlo per tale. Vi offriamo le nostre persone contro qualsivoglia nemico, ma non contro innocenti. Voi ci comandate di perseguitare i Cristiani; eccoci qui: noi siamo cristiani e confessiamo Iddio Padre, autore di tutte le cose, e Gesù Cristo, suo Figliuolo. Abbiamo le armi in mano, ma non faremo resistenza, perchè amiamo più morire innocenti, che vivere colpevoli ».

L'imperatore era fuori di sé dalla rabbia. Ordinò una decimazione, e dopo un'altra. Vedendo che i soldati non si smuovevano alle minacce, non reagivano e che, anzi, i condannati a morte sembravano gloriarsi del martirio, ordinò alle altre legioni di accerchiarli e ucciderli.

Come aveva anticipato San Maurizio, non fecero resistenza. Abbandonarono le armi e gli scudi, e si lasciarono trucidare.

Molti anni dopo, un vescovo di nome Teodoro trovò le spoglie dei Santi soldati. Sul posto fece costruire la basilica di San Moritz, dove depose le sacre reliquie.

A San Maurizio sono attribuiti diversi miracoli. Nella squadra di muratori che lavorava alla costruzione della chiesa a lui dedicata c'era un uomo pagano, che rideva dei suoi compagni cristiani perché si riposavano la domenica.

Ed fu proprio di domenica che, mentre lavorava di buona lena, gli apparve San Maurizio. Il sole che rifletteva sulla sua argentea armatura l'accecò, ma riconobbe benissimo le fattezze del Santomoro, che lo sgridò duramente per la sua tracotanza. L'uomo si convertì, e divenne il più devoto tra i cristiani.

San Maurizio è stato il patrono del Sacro Romano Impero, e nel 1434 il duca Amedeo VIII di Savoia fondò un Ordine dedicato al Santo.

Maurizio è protettore degli alpini, dei militari e delle guardie svizzere. Viene invocato anche in favore della salute dei cavalli.

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