Sant'Alessandro di Bergamo visse nel III secolo d.C. e perciò è molto difficile trovare dati certi sulla sua storia. In nostro aiuto ci viene l'iconografia numerosissima e i racconti della tradizione, che lo descrivono come un coraggioso legionario romano, vessillifero della legione tebea comandata da colui che oggi è riconosciuto come San Maurizio.
Alessandro fu a capo di una centuria che si spostava nell'impero, e tutto andò bene finché l'imperatore Massimiano ordinò lo sterminio dei cristiani. La Legione Tebea si rifiutò.
Come d'uso in ogni guerra, i soldati vennero arrestati e sottoposti alla decimazione: si iniziava a contare da un punto qualsiasi della fila, e il decimo uomo veniva ucciso. A nulla servì; i soldati si rifiutarono di cedere agli ordini. La decimazione venne ripetuta, e non sortendo effetto, l'imperatore ordinò lo sterminio.
Con pochi altri, Alessandro riuscì a fuggire. Si rifugiarono a Milano, dove però vennero riconosciuti e arrestati di nuovo, ma Alessandro riuscì a fuggire nuovamente grazie all'aiuto di San Fedele e del vescovo San Materno. Arrivò a Como dove però venne di nuovo arrestato e subito condannato a morte.
Allora avvenne un miracolo: i boia che tentarono di decapitarlo non riuscivano ad affondare l'ascia; le braccia rimanevano irrigidite a mezz'aria. Il Santo venne incarcerato, ma in qualche modo fuggì di nuovo, e stavolta trovò rifugio a Bergamo.
Lì venne accolto dal principe Crotacio, che voleva tenerlo nascosto. A nulla valsero le sue premure e i suoi rimbrotti: Sant'Alessandro non aveva cara la sua vita quanto l'evangelizzazione del popolo bergamasco. Passò il suo tempo nella città a parlare di Dio e a convertire i cittadini, sapendo che ben presto sarebbe stato catturato ancora, e questa volta non sarebbe riuscito a fuggire.
Così andò. La decapitazione venne eseguita il 26 Agosto 303, dove oggi sorge la chiesa di Sant'Alessandro in Colonna.
Il suo coraggio è tutt'ora di ispirazione per Bergamo che, come Sant'Alessandro stesso, tiene alto il suo vessillo: un giglio bianco in campo rosso, simbolo del martirio.