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Teatro Argentina: I numeri non muoiono, i numeri si cancellano. Valter Malosti dà voce all'opera Se questo è un uomo di Primo Levi

Teatro Argentina di Roma dal 5 al 17 novembre

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Recensione.

"Paura, morte, minacce, botte, persecuzione, ricatto, percussione fisica, fame, privazione, perdita di identità, di dignità, di coraggio. Si sentono gli ordini urlati in tedesco, le strida dei bambini provenienti da tutta Europa, i pianti disperati delle madri che non li rivedranno mai più, eppure la sera prima, gli avevano preparato il letto caldo, la minestra per combattere il freddo, "Anche se voi sapeste che domani andrete a morire, non dareste oggi da mangiare a vostro figlio?" .

Sento l'ultimo briciolo di coscienza di essere ancora umano, perché tra un po', tra pochissimo, sarò solo un numero, un numero cucito in petto e tatuato nel braccio. Devo lavorare per "La Grande Germania" lavoro in una fabbrica di plastica, ore e ore, senza pausa, senza copertura per il freddo, senza cibo, senza acqua. A che serve lavarsi? I numeri non si lavano; a che serve ricordare che fino a pochi giorni fa, avevo un lavoro, una casa, una famiglia? Intanto le botte dietro la schiena perché vado troppo lento; le risate teutoniche alle mie spalle; gli insulti al mio essere inferiore, sporco, magro, scarno, che cammina trascinandosi, che non implora più del pane perché forse non ha neanche voce ormai... Io ero un medico; un chimico; un insegnante; un commerciante; un'ostetrica; una parrucchiera; uno studente; una mamma; un nonno; un bambino... Adesso quel tempo mi sembra lontano, così lontano, tutto è grigio, buio, gelido, dolore e fame, tanta fame, è l'unico pensiero che ho adesso. Forse avevo una moglie; forse ero una moglie; forse sarei diventata una moglie. Il mondo mi conosce come numero ormai.

I numeri non muoiono, i numeri si cancellano." Valter Malosti dà voce all'opera Se questo è un uomo di Primo Levi, ed è quanto scritto sopra che lo spettatore percepisce. Un monologo ininterrotto e senza filtri che rende giustizia all'opera del chimico piemontese che nacque cento anni fa e che a 24 anni venne catturato dalle milizie fasciste e trasportato ai campi di concentramento di Auschwits a vivere atroci tormenti e torture inumane. Malosti ripercorre l'opera prima di Levi e fa toccare con mano il terrore dei lager nazisti. Con Antonio Bertusi e Camilla Sandri presenti in scena che interpretano il tormento dei milioni di ebrei strappati dalle proprie case e affetti, la scena è lugubre e nera. I solisti dell'Erato Choir mettono in musica con toni strazianti i versi e le frasi contenuti nell'opera di Levi. La regia è affidata allo stesso Valter Malosti che porta in scena "Se questo è un uomo" di Primo Levi al Teatro Argentina di Roma dal 5 al 17 novembre

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