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MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes a Palazzo Morando di Milano

Dedicata a Franca Sozzani la prima mostra italiana del geniale stilista spagnolo

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212 modelli e 80 disegni che coprono 45 anni di attività dell’iconico couturier spagnolo Manolo Blahnik sono in esposizione nelle stanze della Pinacoteca e dell’appartamento Morando Attendolo Bolognini di Milano.
“MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes”, che si apre oggi 26 gennaio, è la prima mostra italiana dedicata al geniale stilista ma è soprattutto un’occasione irripetibile per ammirare le migliori creazioni calzaturiere, vere e proprie opere d’arte che proprio in Italia, nell’hinterland milanese, prendono forma in aziende che ancora portano avanti una vocazione artigianale.
Ma non solo: l’esposizione intende raccontare ed evocare la profonda influenza che l’arte e la cultura italiana hanno avuto e hanno ancora oggi sul couturier. Dalla scultura greco-romana al barocco, dal capolavoro di Luchino Visconti - Il Gattopardo - ai coralli di Sicilia, tutto questo e molto altro ancora si ritrovano nelle scarpe visionarie di Manolo Blahník. Milano è stata scelta dallo stilista per il suo forte legame con l’Italia, patria dell’arte e dell’artigianato riconosciuti in tutto il mondo, e Palazzo Morando Costume Moda Immagine, proprio in virtù della sua stessa vocazione, è la cornice prestigiosa e ideale per ospitare questa mostra.
La mostra è anche un omaggio all’amica Franca Sozzani. “Franca doveva essere qui oggi - ha spiegato commosso Manolo Blahnik ieri durante la conferenza stampa di presentazione - Per anni è stato un aiuto costante per la mia ispirazione. Questa è la sua mostra. Ḕ per lei”. Ma è anche un’esposizione dedicate alle donne milanesi che “lo rendono orgoglioso”.
Milano è stata scelta dal 74enne stilista per il suo forte legame con l’Italia, patria dell’arte e dell’artigianato riconosciuti in tutto il mondo, e Palazzo Morando - Costume Moda Immagine, proprio in virtù della sua stessa vocazione, è la cornice prestigiosa e ideale per ospitare questa mostra.
Custoditi nell’archivio privato dello stilista che conta oltre 30.000 modelli, Manolo e la curatrice Cristina Carrillo de Albornoz hanno selezionato, appunto, 212 scarpe e 80 disegni. Questi ultimi rappresentano una riflessione personale del lavoro del grande designer e attraverso la loro essenza rivelano le sue passioni, che sono la fonte della sua ispirazione: le espressioni artistiche quali l’architettura, l’arte, la letteratura e il cinema, la botanica, la cultura di paesi quali l’Italia, la Russia e la Spagna nonché la storia del XVIII secolo. “La scarpa di Manolo porta in sé le sue emozioni, le sue passioni per il cinema, l’arte e la letteratura: il suo amore per la vita.”, ha spiegato Cristina Carrillo de Albornoz.
La mostra, che si chiuderà il 9 aprile prossimo, è divisa in sei sezioni che esaminano i temi costanti e ricorrenti della carriera di Manolo Blahník.
La prima sezione, la più vasta, è intitolata Core in cui sono esposte le calzature dedicate a personaggi storici e contemporanei che hanno ispirato o avuto un ruolo importante nella vita dello stilista: da Alessandro Magno a Brigitte Bardot, sino a Anna Piaggi, leggendaria direttrice di Vogue Italia.
La seconda, Materiali, comprende una selezione di scarpe che illustrano l’attenzione per il dettaglio elaborato e la ricchezza di materiali e colori usati con maestria squisita.
La terza sezione esamina la sua passione per l’arte e l’architettura e il modo in cui queste ispirano le sue “Costruzioni”.
La quarta sezione, Gala, espone una selezione delle scarpe più fantasiose dello stilista mettendo in evidenza la sua ironia e creatività: in questa sezione sono presenti le scarpe Marie Antoinette.
La quinta sezione è dedicata alla natura, al suo profondo amore per il mondo botanico, evidente fin dalla prima collezione.
Nell’ultima sezione sono esaminate le varie influenze geografiche e ambientali: qui sono i modelli ispirati a Spagna, Italia, Africa, Russia, Inghilterra e Giappone.
In questa visione unica del “DNA del design” e del colorato universo di Manolo Blahník, la mostra fa a pensare la scarpa in modo diverso, al di là della moda e a considerarla come puro oggetto, fantasioso e dinamico: una forma d'arte con personalità propria e indipendente.
Oltre alle calzature di Manolo Blahník, nelle sale museali del palazzo è esposto un piccolo nucleo di scarpe provenienti dalla collezione delle Civiche Raccolte Storiche selezionato da Chiara Buss, storica del costume e del tessuto. Non tanto un confronto, quanto una sorta di controcanto dove i modelli antichi convivono con le creazioni di Manolo, impreziosendosi a vicenda e, al contempo, rendendo chiaro il percorso creativo che ha caratterizzato l’evoluzione della calzatura nel corso di cinque secoli, dal Cinquecento sino ai primi anni Novecento.
Dopo Milano, la mostra approderà al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo in quella Russia che è stata per Blahnik una fonte d’ispirazione costante; passerà poi al Museum Kampa di Praga nella Repubblica Ceca, patria del padre dell’artista; infine sarà ospitata al Museo Nacional de Artes Decorativas di Madrid, quale omaggio di Manolo Blanhík alla sua terra natale. Meta del 2018 sarà il prestigioso Bata Shoe Museum di Toronto, in Canada.

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