Potrebbe sembrare un modo dire quello vede gli acquedotti italiani essere un "colabrodo". E invece i dati anticipati da Utilitalia ('associazione delle imprese di acqua ambiente e energia) nel rapporto “Blue Book” confermano questa opinione.
Il quadro che emerge dal documento è di un sistema idrico vecchio e che spreca molta acqua. “Le reti – afferma lo studio Utilitalia - presentano infatti un elevato grado di vetustà, tanto che il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa (percentuale che sale al 70% nei grandi centri urbani); il 25% di queste supera i 50 anni (arrivando al 40% nei grandi centri urbani)”.
I numeri sulle perdite sono abbastanza preoccupanti se si considera la delicatezza che il bene acqua ha sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista sociale e ambientale “Le perdite delle reti acquedottistiche – continua lo studio - hanno percentuali differenziate: al Nord ci si attesta al 26%, al Centro al 46% e al Sud al 45%.
"Blue Book" inoltre fotografa una situazione molto negativa anche sul fronte della depurazione delle acque. “Circa l’11% dei cittadini” dice il rapporto “non è ancora raggiunto dal servizio di depurazione”. “La conseguenza – oltre ad incalcolabili danni per l’ambiente e la qualità delle acque marine e di superficie – è nelle sanzioni europee comminate all’Italia, colpevole di ritardi nell’applicazione delle regole sul trattamento delle acque”. Su questo tema l’Unione Europea ha avviato nei confronti dell’Italia tre contenziosi “per mancati adempimenti alla direttiva 91/271/UE” e ci “sono state condanne da parte della Corte di Giustizia Europea (la C565-10 e la C85-13) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059)”.
Secondo il Presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti, per ristrutturare la rete idrica servirebbero “investimenti per 5 miliardi all’anno, cifra che sarebbe il minimo necessario per coprire il fabbisogno di infrastrutture del nostro Paese” ma, continua Valotti, “siamo a meno della metà”. Valotti individua come soluzione per trovare le risorse l’”adeguamento graduale della tariffa facendo attenzione a tutelare le fasce deboli della popolazione”.

