Si chiama Almanaque do Brasilerão, una sorta di almanacco della Panini con tanto di ranking aggiornato. Stabilisce i primi cento calciatori del principale campionato brasiliano. Al primo posto vi aspettate O Rei, Pelè, l’uomo dei mille gol. E invece no, come mai? Semplice , un campionato come quello attuale in Brasile esiste solo dal 1971 all’indomani dello storico tris nella Coppa Rimet, che finì non si sa ancora nelle mani di chi. Prima c’erano vari tornei regionali, nazionali, non federali, quindi in grado di assegnare il titolo dei titoli. E fino al 2002, altro anno in cui è arrivata la quinta Coppa del Mondo, quella del Pentacampeão, lo scudetto carioca si assegnava con la formula dei playoff, dopo un campionato a punti con gare ad eliminazione diretta.
L’edizione 2014 dell’Almanacco assomiglia molto a un Guerin Sportivo, tantissime curiosità , tantissime foto, la prima parte è dedicata alla storia delle squadre campioni, dall’Atletico di Minas Gerais al Cruzeiro, squadra di Belo orizonte.C’è una piccola sintesi della stagione, il time base, la formazione tipo, e il tabellino del jogo do titulo.La partita decisiva. E le prime classificate.
I CRITERI. La seconda parte, quella più interessante, prevede la classifica dei primi Cento. I criteri sono questi: abilità tecnica, potere di decidere il match, costanza nelle prestazioni, numero di campionati disputati, numero di titoli vinti in Brasile, alcun record nei punteggi.1 minimo 5 massimo. Così si scopre che per una volta l’Europa, che storicamente costituisce il punto di riferimento per i calciatori verde oro, passa in secondo piano. Cafù ,solo per fare un esempio è appena 98esimo, Branco poco avanti.
Pelè dov’ è? Appena 67esimo, perché i titoli nazionali e internazionali li ha vinti prima del 70, preceduto da Leonardo che ne ha vinto uno con il Flamengo. Ronaldinho un gradino più avanti, non avendo mai vinto un titolo brasiliano, nonostante la partecipazione al mondiale per club con l’Atletico Mineiro. E ha davanti anche Socrates, un'altra leggenda, con zero tituli direbbe Mourinho. E Ronaldo? Anche il Fenomeno deve accontentarsi di una onesta 50esima posizione nonostante sia il top scorer nella storia dei Mondiale e in Corea sia stato decisivo. Qualcuno penserà che magari davanti c’è Neymar Junior? Manco per sogno, anche lui è solo 41esimo, il menino della Nike ha il massimo di stelline per tecnica, capacità di incidere nella gara e regolarità di prestazioni ma di Brasilerao neanche l’ombra.
C´É ANCHE RENATO. Davanti a lui, leggete bene, anche Renato Portaluppi, che a Roma viene ricordato oltre che per il cognome giallorosso più per le prestazioni fuori dal campo, e prende quasi il massimo per talento (!),e c’è pure un certo Andrade, celebrato dalla Gialappa’s come Fenomeno Parastatale ma che vanta ben cinque titoli con Flamengo e Vasco.
La Top 10 vede Bebeto e Romario la coppia gol di Usa 94, Edmundo, ricordato a Firenze como O Animal e in patria con tre titoli nazionali, Falcão, l’ottavo re di Roma capace di fare il triplete con il Gremio. Eccoci al podio con l’intramontabile Rogerio Ceni, portiere goleador del San Paolo ancora in attività . Secondo Junior, pentacampeão con il Flamengo e in Italia a Toro e Pescara, un centrocampista centrale in grado di strappare il massimo di punti come tecnica e rendimento. Il miglior craque è Arthur Antunes Coimbra, celebrato come il migliore del Maracanà , bianconero in Italia ma con l’Udinese prima di fare fortuna in Giappone. Quattro lettere, un mito, Zico.