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La zappa, il martello e le biciclette

Prima puntata di una serie di cronache dal futuro!

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Siamo nei dintorni del XXIV secolo. Il dottor Annthok Mabiis, un genio assoluto della gestione dei big data e autorità di riferimento per tutta la galassia, vuole salvare l'umanità dalla perdita totale del proprio futuro, ora che ogni singola azione ed evento è previsto con assoluta certezza. Decide e organizza la cancellazione di ogni dato, di ogni memoria esistente, arretrando le tecnologie informatiche del Pianeta all'anno 1946, l'anno della creazione del primo computer "generalista". Una squadra speciale dell’ARMA (Agenzia Recupero Memoria Archeo) è incaricata di recuperare ogni possibile traccia del passato digitale.

La zappa, il martello e le biciclette

Il vecchio cacciavite si inarcò. Si lamentò nello sforzo di far saltare la serratura della porta del retro. Ci riuscì. Una polverata di ragnatele irritò le narici dei quattro agenti dell’Agenzia Recupero Archeo Memoria. La casa era piccola, un cottage di montagna. Forse non più frequentato dal giorno del Grande Ictus Mnemonico.

La squadra seguì meticolosamente il protocollo, anche se non era difficile immaginare che avrebbero trovato la cassaforte dietro uno dei tanti quadretti con soggetto d’alta montagna.

“Eccola... Nessuna intenzione di nasconderla davvero… Ma non abbiamo più il teletrasporto oggettuale… e questa scatola di vetroxite… Questa, con gli strumenti antichi d’oggi giorno, non l’apriremo mai!”

Con i pochi laser rimasti attivi e custoditi nel Museo del XXII Secolo la squadra riuscì ad aprire il cubo blindato recuperato dalla casetta del dottor Annthok Mabiis, forse il più acuto e veritiero previsore della Storia dell’umanità.

Nella cassaforte non trovarono memorie ricostruttive ma incredibilmente rotoli di plastica, di quella illegale, bandita da ogni continente da più di due secoli. Il dottor Mabiis era un eccentrico conservatore, lo sapevano tutti, ma non potevano vivere senza le sue invenzioni. L’intera umanità dipendeva dai suoi algoritmi previsionali.

Ogni singolo essere umano viveva sui suoi tracciati esistenziali. Ogni abitante del Pianeta e delle colonie sapeva che nell’attimo del proprio concepimento la propria Big Data Consequent Identity era già perfettamente disegnata. L’accuratezza dipendeva, come sempre in questo mondo, dal reddito previsto e quindi da quanto il neonato avrebbe potuto pagare la sua BDCI e dalle estrapolazioni per le 25 generazioni successive. Il dottor Mabiis aveva donato alla specie umana il regalo più agognato da sempre, la previsione del futuro. Il mondo era diventato il luogo più prevedibile del creato. Sapevi chi avresti incontrato “per caso”, si fa per dire, attraversando quella strada, su quelle strisce pedonali. Sapevi dal giorno della tua nascita quali interventi avresti dovuto affrontare e in quale giorno, mese e ora, con quali robot chirurgici e quanti minuti di vita aggiuntiva avresti così accumulato. Conoscevi esattamente quali net-esami avresti passato, con quali net-voti e con quali net-lacune. Vedevi anni prima i luoghi che avresti visitato, ascoltavi sapendo con precisione assoluta quando, dove e quali parole avresti un giorno sentito, ogni emozione era pre-simulata e dunque elaborata, ogni intenzione d’azione di ogni cittadino era diffusa con l’annesso “lasso previsionale” a tutti i possibili interlocutori, fossero amici, parenti, sconosciuti, entità pubbliche o private o miste.

I rotoli erano diventati rigidi come fossero di pietra. Erano stati posati..... continua la lettura su Agenda Digitale.

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