È andata così anche questa volta. Questa volta che la rimonta Ferrari poteva iniziare e non è iniziata. Questa volta che Vettel, a ormai 77 punti di vantaggio su Alonso, intasca un’altra vittoria e già inizia a sorridere, in vista del Mondiale probabilmente già suo.
Che dire: è scattato benissimo dalla prima posizione e l’ha mantenuta, stretta stretta, continuamente e costantemente, fino al termine della gara, facendo registrare proprio negli ultimi tre giri tempi stratosferici e giri record.
Al centro, sullo scalino più alto del podio, Sebastian Vettel si guarda intorno e vede le altre due Lotus, una a destra, l’altra a sinistra: si tratta delle Lotus di Kimi Raikkonen (autore di un’ottima gara, con sorpassi su sorpassi e non poca bravura in strategia) e della Lotus del francese Grosjean (fautore di brillanti qualifiche e di una gara all’insegna della precisione e della pulizia).
A seguire, ci sono stati Lewis Hamilton e Niko Hulkenberg (al quale la scuderia Sauber deve molte soddisfazioni, specie nelle ultime tre gare).
Alle loro spalle, purtroppo e ancora purtroppo, c’è la Ferrari sfortunata e disperata di Fernando Alonso.
Lo stesso Fernando che qui vinse nel 2010 e lo stesso Fernando che scatta benissimo in partenza, ma che scivola indietro di una posizione (non potendo inserirsi all’interno); ma, soprattutto, lo stesso Fernando al quale, a meno di metà primo giro, Felipe Massa ha dato una fiancata sinistra, che lo ha portato a retrocedere di un’ulteriore posizione.
Ed è stato l’inizio di un’epopea durata 55 giri, durante i quali si è battuto tenacemente fino alla fine e durante i quali è stato quinto e poi sesto alle spalle, rispettivamente, di Webber, di Hamilton e poi di Hulkenberg (in seguito ad una battaglia prolungata tra questi ultimi durante i 15 giri finali).
Felipe Massa, dal canto suo, in seguito al testacoda, è scivolato ventunesimo, per poi fare una gara di rimonta, certo tutta in salita, chiudendo, però, nono (anche per via del ritiro di Ricciardo, proprio all’ultimo giro).
Insomma, sogno interamente distrutto per le rosse di Maranello, che si sono viste autolesionate e, forse, che hanno perso tanto umore e tanto colore.
In questo Gran Premio di Corea tutto animato e tanto avvincente, certo non sono mancate le visite non inaspettate della safety car, la quale, abituata alla scena calcante e calcata, nonostante sia rimasta in pista fino al trentacinquesimo giro, poco dopo, ritorna in pista, poichè, al trentottesimo passaggio sul rettilineo, la Redbull di Mark Webber prende fuoco, in seguito ad un testacoda con Sutil.
Insomma, un Gran premio che ha ormai quasi consacrato l’ennesimo mondiale firmato Vettel e che ha ormai spento ogni fiamma vitale della speranza Ferrari.
Eppure, un Gran Premio esaltante e appassionante, sicuramente tra i migliori della stagione.