Quando si dice “impegniamoci nel circuito di casa”, loro prendono alla lettera e agiscono, senza guardare in faccia nessuno, ma dritti, davanti: si sono impegnati davvero i tre spagnoli ad Aragon.
Il più diligente (sarà stato il fatto che è appena uscito dalle aule di scuola) è stato il ventenne Marc Marquez, scattante, pulito, brillante, che consacra l’ennesima pole stagionale e che sorride, fiero, come solo chi è giovane.
Anche questa volta, ruba proprio durante l’ultimo millesimo di secondo la pole a Jorge Lorenzo, così stanco del proprio secondo posto, su una Yamaha che oggi non era così tanto affiatata e che, anche durante le libere, non aveva un grip perfetto.
È arrabbiato, questo è certo: proprio non sopporta di stare ad un passo dal primo, ma è pur sempre vero che le proprie delusioni può farle uscire nei tubi di scarico e farle respirare a Dani Pedrosa, che afferra questo terzo posto e che, forse, è il più felice di tutti, poiché, pian piano, dopo l’incidente che lo ha fatto stare in stop per due gare, si sta riprendendo e, domenica dopo domenica, porta a casa punti che non vedeva da molto.
Quarto posto per un Valentino Rossi, che ha avuto giusti spunti e che, a partire da Misano, è tornato a far volare una Yamaha che non ne poteva decisamente più di qualifiche da mezzi termini.
E nessun mezzo termine, a proposito, per Bradl, che oggi se l’è cavata proprio bene e che va a conquistarsi questa quinta, meritatissima posizione.
Ducati stabili che chiudono in nona posizione (Andrea Dovizioso) e undicesima posizione (per il deluso Hayden).
Ottime qualifiche per Smith e Iannone in q1, i quali riescono ad arrivare primo e secondo e ad accedere al settore q2.
Se Smith riesce, infine, a chiudere ottavo, Iannone, invece, chiude in dodicesima posizione e aspetta la gara di domani.
Una gara tutta spagnola, tutta rossa e gialla, sotto un cielo di un azzurro brillante: insomma, proprio gli stessi colori delle moto magnetiche della Repsol Honda e dell’altera Yamaha di Jorge Lorenzo.