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Vince Rosberg il Gran Premio d'Austria

Vettel quarto; Raikkonen fuori

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Ogni volta va così, in Austria.
Ogni volta finisce che si concludono i 71 giri in un batter d’occhi e si resta col fiato a metà, come se fosse ancora la  partenza.
Saranno gli slalom, i “destra, sinistra, poi dritto”; saranno i cambi di direzione o sarà questa pista che porta la eco dei record a firma Schumacher e porta il marchio dei tempi più elevati della storia, nonostante gli slalom, nonostante i “destra, sinistra e poi dritto”.


E si conclude questa gara austriaca, con il primo posto di Nico Rosberg, su Mercedes prestazionale, sull’onda delle doppiette, sullo scivolo di festa tedesca.
Segue, in seconda posizione, Lewis Hamilton, che partiva primo, che ha perso terreno nei confronti del compagno di team, ma che è ancora forte, ancora lì, a tentare la sfida possibilissima, a cercare il titolo mondiale.


Terzo posto per Felipe Massa, su Williams, con grinta alle stelle, costanza e capacità: primo podio stagionale per lui, davanti agli occhi commossi di Claire William, che ha assistito con tensione al limite, in particolare dal trentasettesimo giro in poi.
Trentasettesimo giro, quando Felipe Massa ha visto concretizzarsi il podio, farsi palpabile e vicino, poichè è passato in terza posizione, davanti a Sebastian Vettel, rientrato in pista dopo aver perso tredici preziosissimi secondi ai box.
Pit stop sfortunato per il ferrarista, immobile nella sua SF15, impotente davanti alla scena visibile dagli specchietti della pistola che non funzionava e che non fermava la posteriore destra.
Pit stop lunghissimo che ha penalizzato il tedesco Vettel, il quale conclude la gara in quarta posizione, perdendo un podio importante, perdendo un’occasione anche storicamente fondamentale e, probabilmente, perdendo anche la grinta, sul finale, quando, dal sessantaquattresimo al settantunesimo giro poteva almeno provarci ad avvicinarsi al brasiliano della Williams, per chiuderlo, per passare, quanto meno per cercare di spingere al massimo e metterlo nel mirino.
Ma nulla.
Consumi elevati, probabilmente gomme usurate senza pietà, un po’ di stanchezza e, diciamo pure, due gran premi meno grintosi.


Peccato, perché Maurizio Arrivabene credeva molto in questo podio e, anzi, a giudicare da quanto accaduto al primo giro, era anche bene attaccarsi ad una speranza, dopo aver visto frammentarsi a pochissimi metri dalla partenza la gara dell’altro ferrarista Kimi Raikkonen.
Al primo giro, infatti, c’è stato uno scontro tanto drammatico quanto scenografico tra Kimi Raikkonen e Fernando Alonso, ritrovatosi con la sua monoposto letteralmente sopra la Ferrari impazzita del finlandese.
Sovrasterzo, perdita di direzione, scontro.
E gara danneggiata, all’inizio, a una manciata di battiti di ciglia dalla partenza.
E safety car fino al settimo giro e tanta preoccupazione e poi si riparte.
Sì, ma senza due campioni mondiali.
Stanno bene, questo è l’importante: incolumi e illesi.
Ma una gara buttata.


Nessuna gara buttata, invece, per Bottas, ottimo nelle prestazioni e nei tempi, alle prese con personalissimi sorpassi e quinto in chiusura, davanti ad Hulkenberg e Maldonado (anche loro artefici di grandi show).
Ottavo posto per il giovanissimo Verstappen e nono posto per un Perez scatenatissimo.
Perez che si tiene dietro Grosjean con una naturalezza incredibile, Perez che non usura le gomme nonostante le velocità disumane, Perez che controlla i cordoli e ottimizza anche le curve più insidiose.
Perez che, meglio di tutti, mette nel mirino Kvyat e fa bisbigliare il mercato piloti.
Chiude la top ten Ricciardo, su RedBull.


E si chiude anche il resoconto di questo gran premio così pregno di sorpassi e intriso di velocità.
Austria senza un filo di noia, a tutto motore, nella pulizia di certi rettilinei.

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