Ci rivedremo al “Bernabeu”, sembra dire un Cristiano Ronaldo sornione mentre rientra negli spogliatoi qualche minuto dopo il novantesimo di Juventus-Real Madrid.
C’era una volta la Juventus che si smarriva in mezzo ad una tormenta di neve su uno sperduto campo della Turchia: adesso, a pochi giorni dalla conquista dell’ennesimo titolo nazionale, a pagare pegno al cospetto dell’Allegra Armata sono addirittura i campioni d’Europa del Real Madrid.
Torino, “Juventus Stadium”, martedì 5 maggio 2015. Ei fu (il Real Madrid), siccome immobile nei primi minuti di gioco. Quelli in cui i bianconeri hanno tessuto la tela del loro blitzkrieg e in pratica preparato il terreno al prestigioso successo. Minuto nove: Álvaro Morata, bello di notte almeno quanto Boniek ai bei tempi della Trapattoniana, si avventa su un pallone di Tevez appena ribattuto da Casillas e lo spinge dentro. Non può fare altro, è 1-0, al culmine di un forcing offensivo pazzesco da parte dei suoi compagni.
Il Real Madrid si sveglia daL torpore e prova a riorganizzarsi, ma è evidente che sarà una serata tutt’altro che devastante per i Galacticos. Al 27’ Cristiano Ronaldo pareggia, ma non è certo una magia: un cross morbido di James mette infatti il pallone d’oro nella condizione di trovarsi a tu per tu con Buffon, e… insomma, neanche lui può sbagliare, esattamente come Morata.
Il gol del portoghese dà la stura al momento migliore della squadra di Ancelotti, che dura almeno fino al 41’, quando James, in tuffo, fa tremare la traversa della porta bianconera. Poi non succede null’altro di notevole prima del 56’, quando Carvajal falcia Tevez nell’area sacra. Occasione d’oro per la Signora, affidata ad un killer d’eccezione: che non fa certo cilecca, E così la Juventus nuovamente in vantaggio. Parte la giostra dei cambi da ambo le parti: la Juventus vuole controllare fino all’ultima goccia di sudore (e anche con stoica sopportazione del dolore, come fa il povero Chiellini col capo fasciato), il Real Madrid, abbandonate le velleità di sbancare lo “Stadium”, quantomeno agguantare il pari. Ma a parte un cross di Hernandez all’89’, rimasto privo di destinatari, non riesce a produrre. Ben pù incisivo, semmai, potrebbe essere Llorente due minuti dopo, ma tira proprio tra le braccia di Casillas. Va benissimo anche così, comunque, ci mancherebbe altro.