Sabato 21 e domenica 22 marzo 2015. È stata celebrata la XXVIII giornata di serie A.
Continua il momento magico del Chievo: dopo essere stato il match winner di Genova, Alberto Paloschi si ripete anche in casa, nel primo anticipo sabatino, e al 35’ mata il temuto Palermo, ora a soli tre punti dai pandorini e per di più graziato dagli undici metri dallo stesso Paloschi, minuto 62. Et voilà, in fondo bastavano due vittorie di fila per portarsi alle soglie dello scudetto della tranquillità.
Torna Zeman a Cagliari e, in attesa di trovare la formula per rimettere in salute la sua squadra, fa rinascere il Milan del (meno) pericolante Inzaghi. Prima notturna di primavera, i rossoneri tornano a sorridere: apre e chiude Menez, al 21’ e al 78’ su rigore. In mezzo l’inutile pareggio sardo firmato da Farias al 47’ e il bel gol di Mexes al 49’, che spara al volo un pallone proveniente da tiro d’angolo. Adesso Sarri fa un po’ meno gola a Berlusconi? Il tecnico ex bancario sembra non pensarci più di tanto e continua a convincere col suo Empoli, che al “Castellani” strapazza un Sassuolo in flessione. 3-1 il risultato finale: apre al 46’ Saponara, che al 60’ deve poi rimediare all’infortunio di Rugani, autore suo malgrado dell’1-1 per gli estensi, quando erano passati solo due minuti dal gol del vantaggio toscano. Al 64’, a mettere in cassaforte la vittoria per i padroni di casa, ci pensa quindi il georgiano Michedidzle, che diventa, così, il secondo marcatore straniero della stagione in casa Empoli, dopo l’uruguaiano Vecino.
La Juventus vince di misura in casa sul Genoa: e può anche permetterselo, vista e considerata la misura (ormai incolmabile?) del suo distacco rispetto alla seconda, che è ancora la Roma. Decide al 25’ Carlitos Tevez, che poi al 66’ si fa parare un rigore da Lamanna, portiere di riserva genoano. Dicevamo dunque della Roma, che mantiene il secondo posto grazie all’impresa corsara di Cesena: De Rossi firma la vittoria al 41’, e consente così ai suoi di parare l’assalto della Lazio, a cui è bastato un tempo per regolare l’Hellas Verona sotto il Cupolone. Le reti di Felipe Anderson al 4’ e di Candreva al secondo minuto di recupero permettono comunque ai laziali di consolidare il terzo posto ai danni del Napoli, che era quasi sul punto di soccombere in casa ad opera dell’Atalanta. All‘89’, ormai in zona disperazione, Zapata, paeggia il gol di Pinilla, che era stato letale al 72’, ma può solo prendersi la soddisfazione di strozzare la gioia in gola a Reja, che già pregustava la prima vittoria sulla panchina bergamasca; invece, è arrivato il terzo pareggio in tre partite.
Per effetto di questo mezzo passo falso i partenopei vengono sorpassati dalla Sampdoria, che al “Ferraris” batte una fragile Inter, ancora traumatizzata dall’eliminazione in Europa League, con un gol di Eder al 65’. A differenza del team di Mancini, il Torino ha dimostrato di essersi ripreso dalla batosta subita in Coppa - anche i granata sono fuori dall’Europa – e con i tre punti conquistati a Parma si mette alle spalle proprio l’Inter, oltre che il Milan e il Genoa. I ducali sono ormai poco più che uno sparring partner, che giochino in trasferta o, come stasera, al “Tardini”, dove a lasciare il segno sono stati Maxi Lopez al 18’ e Basha al 72’. Per la Fiorentina invece è un semi-pasticciaccio: nella notte del “Friuli” Mario Gomez si risveglia e, dopo aver rimontato al 50’ il gol di Wague con cui i bianconeri conducevano dal primo quarto d’ora di gioco, centoventi secondi più tardi trova il guizzo giusto e mette a segno un implacabile 1-2: show sprecato, però, perché al 62’ Konè rimette a posto le cose per gli uomini di Stramaccioni. E lascia i viola ad un punto dal Napoli.
La prossima settimana pausa per la Nazionale. Il baraccone della serie A riapre il 4 aprile, vigilia di Pasqua.