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F1 | GP Arabia Saudita 2023: analisi prove libere

Red Bull si conferma in vetta, Alonso vicino. Alpine davanti alle Ferrari, Hamilton undicesimo

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REB BULL: JEDDAH PREMIA L'EFFICIENZA AERODINAMICA DELLA RB19

Sulla scia della doppietta ottenuta nella tappa inaugurale al Bahrain International Circuit, la Red Bull è partita subito forte anche nelle prove libere del GP Arabia Saudita, seconda tappa stagionale dell'annata 2023. Infatti, sia nel turno mattutino sia nel turno pomeridiano, Max Verstappen ha ottenuto la miglior prestazione.

La Red Bull, soprattutto nelle mani del bi-campione del mondo con Sergio Perez che ha concluso al terzo posto le PL2, ha mostrato quanto la RB19 sia performante nelle curve ad alta velocità di percorrenza e nei cambi di direzione in successione. Il Jeddah Corniche Circuit è un tracciato che richiede una configurazione aerodinamica mediamente carica data la media oraria superiore ai 250 km/h e ad ampi tratti da percorrere in pieno.

La vettura anglo-austriaca genera molto carico aerodinamico e sembrerebbe sposarsi perfettamente con le caratteristiche tecniche della pista mediorientale. I tecnici di Milton Keynes hanno adottato una configurazione a basso carico aerodinamico, con un alettone posteriore a sezione ridotta, denotando l'efficienza aerodinamica della vettura anglo-austriaca, in grado di essere performante sui rettifili con poca resistenza aerodinamica all'avanzamento e molto rapida nelle sezioni veloci grazie alla deportanza generata dal fondo. 

La RB19 è perfettamente bilanciata tra avantreno, corretto nei settaggi dopo il sottosterzo emerso nelle PL1, e retrotreno con un equilibrato trasferimento del carico nei rapidi cambi di direzione in sequenza. La monoposto di Milton Keynes ha un avantreno reattivo in inserimento curva, una caratteristica tecnica fondamentale per massimizzare la performance del giro sulla pista saudita, col retrotreno che segue incrementando la stabilità complessiva della vettura.

Per massimizzare l'efficienza aerodinamica che caratterizza la RB19, sulla base dell'eredità raccolta dalla già efficiente RB18, a Milton Keynes hanno fatto esordire un pacchetto aerodinamico specifico a basso carico. La nuova configurazione presenta un lavoro ulteriormente raffinato per quanto concerne sia l'ala posteriore e la beam-wing. Un aggiornamento di micro aerodinamica per incrementare la velocità di punta sui rettifili che, assieme alle correzioni d'assetto apportate all'avantreno, rendono la RB19 perfettamente bilanciata in base alle caratteristiche della pista mediorientale.

FERRARI: SI RICERCA BILANCIAMENTO SULLA SF-23

Un venerdì complicato da decifrare per la Ferrari, dato che nella seconda sessione di prove libere Charles Leclerc ha concluso nono davanti al compagno di squadra Carlos Sainz. Il monegasco ha accusato un distacco dalla vetta di 738 millesimi, lo spagnolo di 989 millesimi. Disavanzi cronometrici non indifferenti nella simulazione della qualifica con pneumatici soft C4, ma vi è un punto interrogativo per quanto concerne la mappatura utilizzata.

La sensazione, così com'è avvenuto nel venerdì del Bahrain, è che anche in Arabia Saudita sia stata impiegata una mappatura conservativa della Power Unit 067/10. Una teoria che potrebbe essere avvalorata dal fatto che la Haas di Nico Hulkenberg si sia issato davanti alle monoposto del Cavallino Rampante proprio come avvenuto nel venerdì della tappa inaugurale. Al sabato, il tedesco accusò un gap di oltre un secondo dal monegasco.

A differenza da quanto fatto dalla maggior parte della concorrenza, i tecnici della Scuderia di Maranello hanno adottato una configurazione aerodinamica a medio-alto carico aerodinamico con un'ala posteriore, nello specifico, che è molto simile a quella impiegata nella tappa inaugurale al Bahrain International Circuit.

Per la tappa in Arabia Saudita, i tecnici di Maranello hanno portato un primo aggiornamento finalizzato a migliorare il bilanciamento aerodinamico della SF-23. La nuova ala anteriore presenta un profilo aerodinamico del quinto profilo alare volto ad accentuare l'effetto outwash che migliori la pulizia dei flussi attorno agli pneumatici anteriori. 

Per quanto concerne il retrotreno, i tecnici del Cavallino Rampante hanno portato un'ala posteriore sempre col design a cucchiaio col mono pilone. Si tratta di un design aerodinamico volto a creare un equilibrio che consente di creare sia punti carico aerodinamico sia di abbassare la resistenza aerodinamica all'avanzamento per incrementare la velocità sui rettifili. In sinergia con l'alettone posteriore è stata aggiornata la beam-wing, in cui i profili presentano un'incidenza decresciuta per favorire l'abbassamento del drag

ASTON MARTIN: JEDDAH BANCO DI PROVA PER LA AMR23

La rivelazione del Bahrain non vuole smettere di stupire, cercando conferme anche in Arabia Saudita. L'Aston Martin ha concluso la seconda sessione di prove libere con Fernando Alonso 2° e Lance Stroll 7°. Lo spagnolo si è issato a 204 millesimi dal miglior crono dell'olandese campione del mondo in carica, mentre il canadese ha accusato tre decimi di distacco dalla vettura gemella preceduto anche dalle Alpine di Esteban Ocon, quarto, e Pierre Gasly, sesto. Tra i due la Mercedes di George Russell

Ma la domanda sorge spontanea: al Jeddah Corniche Circuit, la AMR23 potrà replicare le prestazioni del Bahrain? Per prima cosa bisogna analizzare le caratteristiche tecniche della pista saudita, tracciando un parallelo con quella di Sakhir. Il tracciato che sorge nella capitale saudita è composto prevalentemente da curve veloci in appoggio, rapidi cambi direzione e lunghi rettifili e solamente tre curve lente, la 1, la 2 e la 27.

Dunque, rispetto al Bahrain, vi sono molte meno zone a bassa velocità di percorrenza dove è richiesta trazione al posto e grip meccanico al retrotreno, le due aree in cui la AMR23 ha fatto la differenza. La vettura inglese aveva mostrato velocità anche nel settore centrale della pista di Sakhir, quello più tecnico e guidato con cambi di direzione e curve ad alta velocità di percorrenza. Il settore 2 del Bahrain ha pressoché le medesime caratteristiche base del settore 1 di Jeddah.

Il primo tratto della pista mediorientale è composto da curve veloci in successione e da rapidi cambi di direzione dove sono richiesti un avantreno reattivo, precisione di inserimento e grip laterale per far fronte alle forze imposte sugli pneumatici nei cambi di direzione. Chiaramente il fattore primario sarà dettato dal carico aerodinamico, fondamentale per massimizzare la performance in questa tipologie di curve, soprattutto se si tratta di una sequenza lunga quasi 33 secondi.

L'incognita principale è rappresentata dal fatto che il Jeddah Corniche Circuit sia un tracciato che al 61% si percorre col pedale dell'acceleratore pigiato al massimo e conseguentemente richiede una spiccata efficienza aerodinamica. Serve una monoposto in grado di generare punti di carico aerodinamico nelle curve veloci, ma che al tempo stesso abbia una bassa resistenza aerodinamica all'avanzamento per massimizzare la velocità di punta negli rettifili da oltre 325/330 km/h.

Analizzando l'Aston Martin AMR22 della scorsa stagione, l'efficienza aerodinamica era proprio uno degli aspetti tecnici che avevano portato la vettura a riscontrare le maggiori criticità su quelle tipologie dove era richiesta deportanza e basso drag. Tant'è vero che la vettura inglese era stata soggetta a svariate avversità su piste quali Jeddah, Melbourne, Miami, Silverstone, Spa Francorchamps e Monza.

Per questo motivo, da questo punto di vista il Jeddah Corniche Circuit rappresenta già la prova del nove per comprendere se effettivamente la AMR23 possa essere una vettura mediamente competitiva sulle differenti tipologie di tracciati o solamente sui circuiti dove è richiesto carico aerodinamico come fattore tecnico principale per ottimizzare la performance della monoposto. Tuttavia, i tecnici britannici confidano di aver risolto, o quanto meno migliorato, il problema relativo all'efficienza aerodinamico sulla vettura di quest'anno.

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