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MotoGP | GP Aragon 2021: guida alla pista del MotorLand

Un tracciato costituito da curve veloci, rapidi cambi di direzione, variazioni dell’altimetria e un rettilineo lungo quasi un chilometro. Analizziamone le caratteristiche

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A distanza di due settimane dall’ultima gara che si è disputata in Gran Bretagna presso il Silverstone Circuit e vinto da Fabio Quartararo, il Motomondiale farà tappa questo fine settimana al MotorLand di Aragon per il Gran Premio d’Aragon, sede della tredicesima prova iridata stagionale per le classi MotoGP, Moto2 e Moto3. L’impianto dedicato al Motorsport e situato ad Alcaniz, inaugurato dopo la metà del 2009, èd stato ricavato da un’area complessiva di trecentocinquanta ettari che comprende: un parco tecnologico dedicato agli istituti di ricerca focalizzati sul settore automotive, l’area sportiva che comprende tre tracciati internazionali (uno della lunghezza di 5345 metri, uno per il cross e uno per il karting) e la zona culturale con centri commerciali e un albergo.
Il progetto porta la firma dell’architetto tedesco Hermann Tilke in collaborazione con l’agenzia britannica Foster&Partners. Pedro de La Rosa è stato il consulente tecnico e sportivo data la sua esperienza in Formula Uno come pilota e come collaudatore della McLaren. Nella configurazione adottata dal Motomondiale, il tracciato misura 5078 metri ed è composto da diciassette curve, delle quali dieci a sinistra e sette a destra. La larghezza della sede stradale è di quindici metri.
Il record assoluto sul giro del tracciato appartiene a Marc Marquez, che nel 2015 aveva ottenuto la pole position col crono di 1:46.635 alla media oraria di 171.4 km/h. Sempre nella medesima edizione, Jorge Lorenzo aveva fatto registrare il giro più veloce in gara fermando il cronometro sull’1:48.120 a 169 km/h di media oraria. Le distanze di gara previste per le differenti classi sono le seguenti: 23 giri (116,8 km) per la MotoGP, 21 giri (106,6 km) per la Moto2 e 19 giri (96,5 km) per la Moto3.
Dalla linea del traguardo alla prima curva vi sono circa duecento metri di distanza. La curva 1 è una sinistra da affrontare in seconda marcia a 97 km/h. In trazione in uscita vi è il cambio di direzione verso destra per la curva 2, da percorrere in terza marcia a 156 km/h parzializzando l'acceleratore lungo il Reggio di percorrenza, alla quale segue la curva 3 nella medisima direzione a 173 km/h in quarta marcia. In seguito vi è la doppia sinistra delle curve 4 e 5, da affrontare rispettivamente a 193 km/h in quarta marcia e a 87 km/h in seconda. Superato il punto di corda, i piloti accelerano verso le curve 6 (178 km/h) e 7 (102 km/h) , ambedue verso destra.
La trazione in uscita dalla curva sette porta in discesa alla chicane destra-sinstra delle curve 8 e 9. Le moto della classe regina affrontano l'entrata a 108 km/h e l'uscita a 83 km/h. Dopo, vi sono verso sinistra le curve 10 e 11: la prima è caratterizzata da un ampio raggio di percorrenza con una velocità al punto di corda di 180 km/h in quarta marcia, mentre la seconda è un curvilineo che i piloti affrontano a 272 km/h in sesta marcia prima di frenare per la chicane delle curve 12 e 13. Si tratta di un cambio di direzione sinistra destra nel quale i piloti affrontano l'ingresso in seconda marcia a 121 km/h e l'uscita in terza a 156 km/h.
Successivamente vi è un'ulteriore chicane, questa volta destra-sinistra, la cui peculiarità sta nel fatto che l'entrata al punto di corda delle curva 14 (127 km/h) sia in discesa, il che rende molto complicato il punto di frenata e la conseguente traiettoria al punto di corda. Dato che non è facile mantenere una linea corretta nel cambio di direzione, conta molto anche la reattività dell'avantreno della moto e la precisione di inserimento, anche l'uscita dalla curva 15 (96 km/h) rischia di non essere ottimale per affrontare il successivo rettilineo dalla lunghezza di 968 metri. In fondo al rettifilo opposto a quello dei box, arrivano alla frenata della curva 16, il punto di staccata più impegnativo del tracciato iberico.
Secondo i tecnici della Brembo, le moto della classe regina decelerano da 339 km/h a 138 km/h nello spazio di frenata di 282 metri e nell’arco temporale di 4,5 secondi. Il carico esercitato sulla leva del freno è di 6,4 chilogrammi, la decelerazione massima è di 1,5 G. La potenza frenante esercitata è di 13,8 bar, la temperatura dei dischi raggiunge picchi di 820 gradi. La curva sedici è una sinistra da affrontare in terza marcia a 163 km/h, alla quale segue la curva 17, l'ultima delle pista iberica, nelle medesima direzione da affrontare a 197 km/h in quarta e che porta sul traguardo.

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