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Una Juve fluida

Analisi fase di possesso in Juve-Cagliari

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Una doppietta del solito Cristiano Ronaldo decide la sfida dell’Allianz Stadium tra Juventus e Cagliari, un match che ha decretato un netto passo avanti dei bianconeri nell’assimilazione dei principi del gioco di posizione, caratterizzanti l’ideologia del neo allenatore Andrea Pirlo.
La novità di formazione rispetto alle ultime uscite è la presenza di De Ligt, alla prima stagionale, al centro della difesa al posto dell’infortunato Leonardo Bonucci. Torna dal primo minuto anche Arthur. Due sole modifiche nell’undici iniziale che si sono rivelate però cruciali nell’impostazione tattica dei bianconeri.

La Vecchia signora, come di consueto, in fase di costruzione ha alzato Cuadrado ed accentrato Danilo, per comporre il terzetto difensivo d'impostazione. Arthur era il vertice alto del rombo, con Rabiot più aperto diagonalmente. L’impostazione era chiaramente influenzata dal numero di giocatori che il Cagliari alzava nel primo pressing. Non sono quindi mancate situazioni occasionali in cui era il solo Simeone ad andare in pressione, con l’assetto bianconero che si modulava di conseguenza. In questo caso i due centrali si aprivano, mentre sia Danilo che Cuadrado si alzavano, restando larghi a dare ampiezza.

 


Arthur si è dimostrato il vero centro di organizzazione della manovra: 109 palloni giocati e 95% di precisione dei passaggi per il brasiliano, che ha mostrato grandi qualità nello smistare in velocità verso tutte le zone di campo. 
Il centrocampista verdeoro è apparso in netta crescita dal punto di vista fisico, ma, rispetto alle prime uscite stagionali, è stata la struttura di squadra ad esaltare le mansioni che questi era chiamato a svolgere.
In fase sviluppo la Juventus cerca sempre di disporsi con un 3-2-5, o 2-3-5 con l'avanzamento di Danilo, con i laterali sulla linea degli attaccanti, Ronaldo nel semispazio di sinistra, Kulusevski nel semispazio di destra e Morata in posizione centrale.



Già nelle ultimissime uscite si era vista però una leggera tendenza ad avvicinare l’uomo ubicato nel semispazio di destra al play basso, con Rabiot più aperto diagonalmente a formare una mediana a tre. In altre parole si è cercato di arrivare alla disposizione finale con maggiore gradualità, formando il quintetto offensivo man mano che il pallone saliva mediante il possesso.
Nel match in esame si è assistito alla sublimazione di questo principio. Funzioni chiave in tal senso sono state quelle di Kulusevski e Cuadrado. Il giovane svedese in fase di costruzione si è spesso abbassato, avvicinandosi ad Arthur per fornirgli una linea di passaggio aggiuntiva.

   

Il colombiano invece non si è alzato subito sulla linea degli attaccanti, ma ha giocato in zone di campo più basse, per arrivare a ridosso degli uomini offensivi solo in rifinitura.
Cuadrado ha svolto una funzione chiave per aiutare la squadra ad uscire dal primo pressing del Cagliari e fornire un' opzione di scarico ulteriore ad Arthur, come testimoniano i 96 passaggi completati, 5 dei quali progressivi.
La ratio ultima era quella di garantire al regista bianconero linee di passaggio multiple avvicinando più uomini possibili, sia per gestire la pressione avversaria, sia per favorire il palleggio: la Juventus ha avuto il 66% del possesso palla, a fine primo tempo addirittura il 70%

     

Sia Kulusevski che Cuadrado hanno supportato l'uscita del pallone dal basso, avvicinandosi ad Arthur che, dal canto suo, ha mostrato un’incredibile resistenza al pressing avversario. Il brasiliano ha mandato a vuoto le singole pressioni con finte di corpo e combinazioni ad un tocco, ricercando costantemente il terzo uomo. Altre volte ha invece sfruttato tutte le traiettorie a disposizione per orientare un avversario e conseguentemente cambiare campo sul lato debole.

    

La Juventus è sembrata estremamente lucida nella gestione del possesso in uscita, non solo avvicinando tanti uomini in zona palla, ma tagliando il campo da una parte all’altra, cercando costantemente l’uomo in ampiezza.
E’ stato preziosissimo in tal senso il lavoro spalle alla porta di Morata, rivelatosi ancora una volta una garanzia. Lo spagnolo si è spesso abbassato nell’half space per ricevere un passaggio verticale dalle retrovie, e dialogare sul corto con il centrocampista che accompagnava l'azione. L'alternativa era il cambio di gioco immediato per la risalita laterale del terzino. 

  

Altrettanto preziose le corse progressive del solito Danilo, sempre abile nello sganciarsi con costanza verso zone più alte di campo per creare superiorità numerica posizionale. Con 194 metri percorsi in conduzione, è il terzo giocatore della Juventus per distanza progressiva coperta dopo Ronaldo e Cuadrado.

  

Il terzino brasiliano, anche per un atteggiamento molto propositivo di tutta la squadra, ha spesso avuto la possibilità di salire ed appostarsi con costanza sulla linea dei centrocampisti, formando una mediana a tre. Da qui ha potuto agire come un vero e proprio playmaker aggiunto, sfruttando la propria qualità nel palleggio anche in zona di rifinitura, come certificano i ben 12 passaggi nell’ultimo terzo di campo ed i 6 progressivi.

  

Il primo gol di Ronaldo nasce proprio da una giocata di Danilo che imbuca per  Bernardeschi, sceso a ricevere nel semispazio di destra. L'esterno italiano può giocare un pallone da un half space all'altro, mandando a vuoto l'intera retroguardia sarda. Si viene a formare un 2vs2 sul lato debole del Cagliari che il portoghese sfrutta per liberarsi e concludere a rete. 



Altra piacevole novità è stata la fluidità garantita da un Rabiot sugli scudi, ormai perno inamovibile di questa Juventus. Il mediano francese era solito sganciarsi in avanti, invadendo gli half spaces con inserimenti volti a spezzare la linea difensiva avversaria, creando conseguentemente nuovi spazi e traiettorie di passaggio.
Le sue conduzioni palla al piede hanno più volte permesso alla Juventus di guadagnare velocemente molti metri o superare agevolmente una linea di pressione.
In occasione del gol annullato a Bernardeschi, è l'ex PSG ad inserirsi e scambiare nello stretto con Ronaldo, per poi servire Morata che a sua volta allarga per l’esterno della nazionale italiana. 
 
  

E’ stato però Cristiano Ronaldo il giocatore della Juventus che più ha “sguazzato” nella fluidità continua generata dal sistema. Il portoghese ha agito principalmente nel semispazio di sinistra ma ha svariato su tutto il fronte d’attacco, posizionandosi alcune volte centralmente, altre largo a sinistra o a destra, come mostrato dalla sua Heat Map.


Fonte: Sofascore

Talvolta Cristiano si è abbassato nel semispazio di destra per aiutare lo sviluppo della manovra o favorire multiple rotazioni posizionali con Kulusevski e Cuadrado. I continui cambi campo per attaccare il lato debole, insieme alle suddette rotazioni, a corse progressive e triangolazioni veloci, hanno aperto con facilità la retroguardia sarda.
E’ apparsa in netto miglioramento l’intesa tra il portoghese e Kulusevski. I due hanno cercato continuamente il dialogo: se uno dei due entrava dentro il campo, l’altro aggrediva la profondità, con Cuadrado abile ad adeguarsi ai movimenti dei compagni ed in generale a dare ampiezza sulla destra.

  
 

Il risultato finale è che la Juventus ha mostrato una linea da 5 giocatori offensivi, talvolta 6 con l’appoggio di Rabiot, estremamente dinamica, con posizioni sfalzate e continui movimenti opposti. Un qualcosa di molto lontano quindi da quel complesso statico e scolastico che aveva mal performato nelle recenti uscite. I bianconeri sono così riusciti a legittimare la supremazia territoriale, aprire varchi tra le linee cagliaritane e riempire l’area avversaria con tantissimi uomini.

   

Con 2.55 npxG la vecchia signora ha mostrato una produzione offensiva in netta crescita.
 

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