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Serie A, il terremoto a mezzogiorno

Alla Roma la stracittadina della Capitale

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Una scossa tellurica del 6° grado, non importa se Mercalli o Richter.

L’epicentro, per fortuna, non è stata nessuna delle tremolanti contrade italiche, ma la vetta del massimo campionato di calcio. Diciamo del 6° grado, perché è di sei punti la voragine tra prima e seconda in classifica provocata dalla scossa. Che altro non è che il brutto capitombolo del Napoli a Udine, nella sfida del mezzogiorno e mezzo che ha aperto la tranche domenicale della XXXI giornata di serie A.

Non è bastato Higuain, non è bastata la saggezza tattica di Sarri, che però ha dovuto fare a meno del portiere titolare Reina, sostituito da un inesperto Gabriel (anche se, in difesa, chi aveva più esperienza di lui, come ad esempio Albiol, qualche colpa sui gol friulani ce l’ha ugualmente); non è bastato tutto questo per aver ragione, o almeno per non subire danni, da una squadra affamata di tranquillità, da poco affidata alle cure di un nuovo tecnico tornato in pista con buone motivazioni  (Gigi De Canio, che ha sostituito Colantuono), e che per giunta è chiamata a dare un senso alla mastodontica spesa sostenuta dalla dirigenza per dotarla di una magione ammodernata e resa più monumentale,  la Dacia Arena (ex Stadio Friuli). Qui, dalla sua inaugurazione (17 gennaio scorso contro la Juve), i bianconeri erano riusciti a vincere solo una volta e per di più contro il Verona ultimo in classifica.

Dunque il roboante successo contro il Napoli vice capolista si può considerare il vero grande battesimo di questa struttura: in quanto è un successo prestigioso non solo per il valore intrinseco dell’avversario, ma anche perché i tre punti di cui è foriero consentono all’Udinese di portarsi a 34 punti, e quindi a sole due lunghezze dall’Empoli, lì dove ogni tempesta si attutisce e il sole è così placido da non scottare mai.

Giustiziere dei partenopei è stato il nazionale under 21 portoghese Bruno Fernandes, in gol al 13’ su rigore e poi a fine primo tempo, al 45’. Nella ripresa la sua opera è stata completata dal francese Thereau, che ha firmato il tris al 57’. Tra il primo e il secondo  gol del lusitano scatenato Higuain aveva provato a dare la carica ai suoi dimezzando al 23’, ma la svolta non c’è stata. Il Napoli resta così inchiodato a quota 67: può e deve ancora crederci, ma oltre che contare nella sua pronta ripresa deve evidentemente anche augurarsi che Buffon e compagni frenino, almeno un po’. Maledetto il giorno che qualcuno ha mollato una bussola astrale alla navicella impazzita di quei marziani… 

Fino alle 15.00, dunque, per effetto del risultato di Udine, il Napoli era esattamente a -7 dalla prima e a +7 dalla terza, la Roma. Poi i capitolini, vincenti - e in modo perentorio – nel derby con la Lazio hanno eroso lo svantaggio dalla sarriana, che si è così ridotto a -4. Di El Shaarawy al 15’, Dzeko al 64’, Florenzi all’83’ e Perotti all’87’ i gol che hanno consentito ai giallorossi di raggiungere quota 63 punti, e di rafforzare in modo sempre più consistente la posizione di vice-vice capolista. Parolo al 74’ ha firmato il gol della bandiera per l’altra metà del firmamento calcistico romano. Ma vale poco (tra l'altro il tecnico laziale Pioli verrà esonerato al termine della stracittadina: al suo posto Simone Inzaghi); o almeno vale quanto il gol-lampo di Luiz Adriano (5’) che aveva dato al Milan l’illusione di poter espugnare Bergamo fino al 44’. In quel momento, l’Atalanta si è risvegliata e ha pareggiato con Pinilla: una segnatura, la sua, che ha consentito agli orobici di Reja di gettare le basi per una ripresa meno tribolata, ma non solo. Al 63’ Gomez ribaltava il risultato, e il suo 2-1 era destinato ad essere il punteggio definitivo. Conseguenze in classifica: il Milan non si toglie di dosso il fiato del Sassuolo, mentre l’Atalanta a 36 punti trova felicemente l’aggancio all’Empoli e, momentaneamente, anche al Bologna (che giocherà domani).

Al “Franchi” di Firenze va in scena l’unico pareggio del pomeriggio: è quello tra la Fiorentina, che sembra non avere più troppa birra per stare alla ruota della Roma, e la Sampdoria ancora bisognosa di schivare il contatto con gli “intoccabili” della classifica. Finisce 1-1, con reti di Ilicic per i viola al 24' e e di Alvarez per i blucerchiati al 40'. I primi sono ora a quota 56, però restano da soli al quarto posto, perchéa “San Siro”, nella partita delle 20.45, un’Inter nerovosissima che ha chiuso in 9 uomini si è fatta battare dal Torino per 2-1 (rigore di Icardi al 17’ , pareggio di Molinaro al 55’ e quindi vantaggio ospite di Belotti dagli undici metri al 73’); i secondi a 33, giusto cinque punti sopra le squadre terzultime.

In coda, pesantissime le sconfitte del Palermo al “Bentegodi” contro il Chievo e del Frosinone al “Ferraris” contro il Genoa. Difficile dire quali dei due tonfi abbia prodotto il frastuono più sinistro: di certo il Frosinone ha subito quattro gol senza segnarne nessuno, il Palermo ha fatto leggermente meglio (se si può dire così) prendendone tre e dando  ai tifosi almeno  l’illusione di poter riaccendere la partita con un gol di Gilardino.

Pare che i grifoni abbiano trovato un nuovo Pruzzo o un nuovo Aguilera nel centravanti spagnolo Suso, in prestito dal Milan: è lui, il sostituto di Cerci, il protagonista assoluto della vittoria sui ciociari, con una tripletta al 43’, al 60’ e al 76’. Prima di quest’ultimo gol, ci aveva messo lo zampino  anche il centrocampista Rigoni al 72’. Nessun superbomber, invece, nella vittoria del Chievo contro il Palermo, ma delle belle promesse e una certezza: le promesse sono il difensore Cacciatore e il centrocampista Rigoni (da non confondersi con l’omonimo  e omologo genoano), in rete rispettivamente al 6’ e al 53’; la certezza è il centrocampista ex milanista Birsa, che fa tris al 74’. Il Palermo, come detto, al 28’ era riuscito, col sempreverde Gilardino, a rimontare il primo gol clivense, ma poi si è perso per strada ed è andato nuovamente a fondo. Situazione in graduatoria: Carpi e Palermo ancora terzultimi a braccetto con 28 punti; Frosinone sempre penultimo a 27.

Il Verona fanalino di coda giocherà stasera a Bologna: ultima spiaggia per gli scaligeri?

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