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Anticipi serie A, al Verona il derby dell’Arena

L’Inter ritrova il sorriso contro la Sampdoria

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Il sabato del villaggio, si potrebbe tradurre poeticamente.

Perché in effetti il sabato di una stracittadina calcistica, come quello proposto dalla XXVI di serie A, questo è: l’occasione per far tornare anche una grande città metropolitana (in questo caso la Verona di Catullo, dei pandori e degli amanti shakespeariani) in un villaggio dove a farla da padroni sono le tribù, divise in base alla passione per un modo di rappresentare la città nel mondo del pallone piuttosto che per l’altro.

Al “Bentegodi”, nella sfida tra le due anime gialloblù del capoluogo veneto, la spuntano i gialloblù fratelli maggiori, quelli peggio messi in classifica, e dunque più bisognosi di punti nell’immediato. Con quelli conquistati a spese dei fratelli minori, tranquilli a metà graduatoria (31 punti), almeno per una sera essi potranno giustamente dire di sentirsi a un passo dall’abbandonare la scomoda posizione di fanalino di coda, dal momento che il Carpi penultimo dista solo un punto: naturalmente bisogna fare i conti con quello che combineranno gli emiliani questo pomeriggio  a Torino contro i granata, ma certo è che gli uomini di Del Neri ora come ora non sembrano più i già predestinati alla retrocessione, ma una delle sette squadre che, dall’Udinese in giù, continueranno a giocarsela più o meno ad armi pari, fino alla fine, per evitare la discesa in cadetteria.

Ad una squadra, come quella degli scaligeri, costretta ad affrontare i rigori di una bassissima classifica,  perfettamente si attaglia, potremmo dire, un successo la  cui storia è stata scritta proprio da alcuni rigori. Infatti è con un tiro dagli undici metri, realizzato dal sempreverde Luca Toni, che il Verona passava in vantaggio al 29’. E sempre dagli undici metri, ormai nella fase finale della gara, cioè al 71’, Pellissier ridava speranze ai clivensi ormai sotto di due reti – giacché Pazzini aveva raddoppiato per gli avversari al 57’ – e dunque rimetteva in forse il risultato. Dai rigori del regolamento a quelli, ben noti, del gelo, il gelo dell’incertezza: per Gollini & c. l’ennesimo inverno della stagione finiva al 95’, col gol liberatorio – balsamico – di Ionita. Chiave per conquistare quota 18 punti, ed impaurire i menottiani con un semplice “ciao”.

Oggettivamente, di quelle sette squadre impelagate nella corsa-salvezza di cui parlavamo la peggio messa in arnese, in questa fase del campionato, sembra la Sampdoria,  le cui  euro-ambizioni di partenza sembrano ormai ricordi archeologici. I blucerchiati nell’altro anticipo di ieri, quello delle 20.45, sono stati costretti a soccombere anche a “San Siro”, nel confronto con l’Inter. Le notizie sono due: la prima è che l’Inter è tornata a vincere rinunciando al minimo scarto (ma anzi regalandosi un “punteggio rotondo”, come dicono gli specialisti delle tipologie di vittoria), l’altra è che la Samp, a parte il gol della bandiera segnato da Quagliarella al 92’, continua a precipitare sempre più verso le tenebre: i numeri sono impietosi, dopo la vittoria nel derby col Genoa del 5 gennaio, i liguri hanno collezionato la bellezza di sei ko, intervallati da due inutili pareggi. Ora essi rischiano di essere agganciati al terz’ultimo posto dal Frosinone, mentre l’Inter, grazie ai gol di D’Ambrosio al 23’, di Miranda al 56’ e di Icardi al 74’, si riprende il quarto posto, aspettando la Roma impegnata in casa col Palermo questa sera alle 20.45.           


 

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