Un semplice esame del sangue può rilevare il morbo di Parkinson: lo sostengono i ricercatori dell'Università Ebraica di Gerusalemme nel loro ultimo studio. In una pubblicazione apparsa sulla rivista scientifica Nature Aging, scrivono che il test da loro sviluppato, costato circa 38.000 fiorini, analizza frammenti di RNA di trasferimento (tRNA) e si concentra sulla sequenza ripetitiva di RNA che si accumula nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson.
I ricercatori dell'Università Ebraica, affermano altresì che il test del sangue esamina anche i mitocondri, che producono energia all'interno delle cellule, la cui funzione si deteriora con il progredire della malattia. Secondo i ricercatori, il monitoraggio dei due biomarcatori fornisce uno strumento diagnostico altamente accurato, non invasivo, rapido e conveniente, in grado di rilevare la malattia in una fase precoce. Ciò può contribuire a rendere il trattamento più efficace e a modificare il decorso della malattia.
Secondo i ricercatori, su una scala da 0 a 1, dove 1 indica un test perfetto e un risultato pari a 0,5 indica un risultato casuale, il test ha ottenuto un punteggio pari a 0,86. I ricercatori affermano che attualmente i test migliori per individuare le fasi iniziali della malattia hanno un'efficacia pari a 0,73. Il test utilizza la stessa tecnologia PCR impiegata per i test durante la pandemia di coronavirus, pertanto la procedura non dovrebbe risultare sconosciuta alle persone colpite. Secondo gli esperti, in futuro sarà necessario migliorare il test e valutare la sua capacità di distinguere il morbo di Parkinson da patologie simili.