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Nuovo trattamento può curare l’ipertensione in 20 minuti

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Secondo i ricercatori britannici, una procedura che può essere eseguita in modo semplice e veloce, e che potrebbe addirittura consentire al paziente di saltare del tutto l'assunzione dei farmaci, potrebbe aiutare 1 persona su 20 affetta da pressione alta. Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di pressione alta. La malattia ha effetti a lungo termine sull'organismo delle persone colpite e, oltre a causare malattie cardiovascolari, può anche distruggere i reni. Questa condizione può essere scatenata da molti fattori, tra cui lo stress o il consumo di cibi salati. I ricercatori di Londra e Cambridge hanno ora sviluppato una procedura che potrebbe rivelarsi un aiuto efficace per alcuni pazienti.

Le persone affette da quello che viene definito aldosteronismo primario sviluppano noduli (tumori benigni) su una o entrambe le ghiandole surrenali. Si trovano accanto ai reni e producono tre ormoni chiave: adrenalina, cortisolo e aldosterone. I noduli producono troppo aldosterone: un ormone che regola la quantità di sale che l'organismo trattiene anziché espellerlo attraverso i reni. Il sale trattenuto provoca quindi un aumento della pressione sanguigna. L'aldosteronismo primario può far salire la pressione sanguigna fino a 200/130, ben al di sopra del livello di 120/80 considerato sano dai medici. Ciò aumenta il rischio di morte correlata a malattie cardiovascolari. Il problema principale è che il trattamento può essere impegnativo, poiché alcuni pazienti non rispondono bene ai farmaci standard per la pressione sanguigna.

I ricercatori hanno sviluppato un nuovo metodo per affrontare questo problema: la terapia termica mirata (TTT), che utilizza un ago per erogare un calore intenso sui noduli, che possono essere distrutti con questa soluzione. La procedura rappresenta una svolta anche perché dura solo 20 minuti e il paziente può lasciare l'ospedale il giorno stesso. Al contrario, la rimozione chirurgica della ghiandola surrenale richiede una procedura che dura da un'ora e mezza a due ore, seguita da 2-3 giorni di ricovero ospedaliero. Secondo una pubblicazione sulla rivista scientifica The Lancet, il metodo è stato testato su 28 pazienti affetti da aldosteronismo primario e sembra funzionare. Quattro pazienti sono riusciti a interrompere completamente l'assunzione dei farmaci, mentre altri 12 hanno riscontrato miglioramenti significativi nella pressione sanguigna e una significativa riduzione della quantità di farmaco assunta. Nel complesso, la produzione di una quantità eccessiva di aldosterone è stata interrotta in tre quarti dei pazienti.

“Questa procedura riduce il rischio di ictus, infarto e aritmie cardiache in una persona su 20 affetta da pressione alta. I pazienti si sentono meglio dopo il trattamento, hanno più energia, sono meno depressi e hanno una pressione sanguigna normale senza dover assumere farmaci ogni giorno o sottoporsi a interventi chirurgici importanti", ha detto al quotidiano britannico The Guardian, Morris Brown, coautore dello studio. Attualmente i ricercatori stanno conducendo uno studio su 110 pazienti per verificare l'efficacia della procedura su larga scala. Se il test avrà successo, potrebbe diventare una cura disponibile in futuro.

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