"Il 50 per cento delle demenze si può prevenire o rallentare in maniera significativa. Sappiamo ormai da numerosi studi internazionali che ci sono 14 fattori di rischio ben codificati, Tra questi fattori ci sono quelli 'clinici', ovvero ipertensione, obesità e diabete, tutte patologie che possono essere diagnosticate e soprattutto trattate il più precocemente possibile per evitare effetti cognitivi e arrivare alla demenza. Poi ci sono fattori su cui possiamo agire individualmente, ovvero i corretti stili di vita, attività fisica, alimentazione sana. Ma non dimentichiamo la socialità e l'educazione". Così all'Adnkronos Salute Raffaele Lodi, coordinatore della Rete Irccs Neuroscienze e Neuroriabilitazione in occasione del convegno 'One Brain One Health: un primo bilancio della Strategia Italiana per la Salute del Cervello 2024- 2031' promosso oggi dalla Società italiana di Neurologia (Sin) al Ministero della Salute. Â
"E' stato dimostrato che il processo neurodegenerativo può andare avanti, può procedere, in assenza ancora di terapie che modifichino l'andamento della patologia - spiega Lodi - però la messa in campo e il contrasto di questi fattori di rischio, sia clinici che di stili di vita, permette un rallentamento significativo del decadimento cognitivo".Â