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Quando si può eseguire il clampaggio del cordone ombelicale?

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A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Il clampaggio del cordone ombelicale, anche noto come taglio del cordone, serve a separare la mamma dal bambino al termine della gravidanza. I genitori che decidono per la conservazione cellule staminali del cordone ombelicale, possono essere colti da alcuni dubbi sul momento giusto in cui effettuare questo taglio.

Infatti, la tempistica del clampaggio del cordone ombelicale è un argomento molto delicato. Il comitato dell’American College of Obstetricians and Gynecologyst e l’American Academy of Pediatrics confermano che la cosa crea non poche discussioni[1]. Diversi esiti clinici hanno evidenziato che il clampaggio tardivo può ridurre il rischio di anemia da carenza di ferro nel bambino, favorendo la capacità antiossidante[1,2]. Ma la raccolta ritardata può portare a diverse complicanze, come la policitemia[3], che è un aumento del numero di globuli rossi nel sangue o il bisogno di fototerapia per il trattamento dell’ittero[4].

Uno studio ha dimostrato che il clampaggio precoce del cordone, permette di raccogliere un maggior numero di cellule CD34+[5]. Mentre, secondo una recente review[6], la tempistica del clampaggio non deve essere predefinita, ma deve considerare soprattutto lo stato di salute del neonato e la sua fisiologia.

La scelta di questa tempistica, in ogni caso, non deve basarsi sulla raccolta del sangue cordonale per la conservazione, ma sullo stato di salute della mamma e del suo bambino. Questo non esclude che si riesca a fare lo stesso la conservazione del sangue del cordone ombelicale[1].

L’OMS ha fornito delle raccomandazioni per il clampaggio ritardato[7], consigliando una tempistica da uno a tre minuti dopo la nascita. Tuttavia, il New York Blood Center ha sottolineato che un clampaggio tardivo riduce la possibilità di riuscire a raccogliere quantità di sangue del cordone sufficienti per la conservazione e la donazione. Secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists, è preferibile aspettare dai 30 ai 60 secondi per tagliare il cordone, stabilendo che con il clampaggio tardivo si può generare una iperbilirubinemia, ovvero un aumento incontrollato della bilirubina, e un quantitativo decisamente troppo basso di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale.

I genitori che scelgono il clampaggio tardivo, quindi, dovrebbero valutare se è preferibile avere più ferro al momento della nascita o una quantità sufficiente di cellule staminali del cordone ombelicale da poter utilizzare per fini terapeutici in futuro. Durante il congresso mondiale sul sangue cordonale di Londra, questo argomento ha suscitato uno stupore generale, poiché nei paesi sviluppati non esiste un pericolo reale di anemia legato al clampaggio[8]. 

In futuro si potrebbe associare il cordone ombelicale alla terapia cellulare e non solo ai trapianti[8]. La scelta di conservare il cordone ombelicale è una possibilità in più per le famiglie. Con le cellule staminali cordonali è possibile trattare numerose patologie.

Per maggiori informazioni sulla conservazione del cordone ombelicale: www.sorgente.com

Fonti:
1. Committee Opinion No.543: Timing of umbilical cord clamping after birth. Obstet Gynecol. 120(6): p. 1522-6.
2. Diaz-Castro, J., et al., The timing of cord clamping and oxidative stress in term newborns. Pediatrics. 134(2): p. 257-64.
3. Hutton, E.K. and E.S. Hassan, Late vs early clamping of the umbilical cord in full-term neonates: systematic review and meta-analysis of controlled trials. JAMA, 2007. 297(11): p. 1241-52.
4. McDonald, S.J. and P. Middleton, Effect of timing of umbilical cord clamping of term infants on maternal and neonatal outcomes. Cochrane Database Syst Rev, 2008(2): p. CD004074.
5. Pafumi, C., et al., Two enrichment methods to obtain CD34+ stem cells from umbilical cord blood. Bratisl Lek Listy, 2001. 102(4): p. 183-6.
6. Hooper SB, Binder-Heschl C, Polglase GR, et al. The timing of umbilical cord clamping at birth: physiological considerations. Maternal Health, Neonatology and Perinatology. 2016;2:4. doi:10.1186/s40748-016-0032-y
7. www.who.int

8.www.sorgente.com

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