A cura di Ufficio Stampa Sorgente
Oggi molti sono gli argomenti diffusi sui quali si generano discussioni: conservazione cellule staminali, rapporto dieta e gravidanza, “mangiar bene e vivere in forma”. Nonostante il tema dell’alimentazione sia oggi ampiamente discusso, l’approccio al cibo, da parte di molte persone, resta un tema molto difficile. Quanto spesso si sente discutere di alimentazione corretta?
Molto conosciuto è il rapporto fra dieta e stato gravidico. Sul sito del Ministero della Salute[1], è reperibile un vademecum che illustra il regime alimentare da seguire, come ad esempio mangiare 4-5 volte il giorno e assumere molta acqua, scegliere frutta e vegetali di stagione e lavarli con cura, preferire carni bianche e pesce magro ben cotti. Da evitare le carni rosse, pesce crudo, cibi grassi e insaccati, alcolici. Da limitare l’assunzione di uova, caffè e zucchero.
Una ricerca[2] condotta dal gruppo di medicina rigenerativa dell’Ospedale San Matteo, nella città di Pavia, evidenzia la presenza di una connessione fra l’alimentazione seguita dai genitori prima e durante i nove mesi di gestazione e le cellule staminali del cordone ombelicale.
Si ritiene che lo sviluppo di ovociti e spermatozoi sia influenzato dalle sostanze di cui cono costituiti i cibi. Ovociti e spermatozoi, a loro volta, influenzerebbero le staminali cordonali. La ricerca ha evidenziato, quindi, che i bimbi nati da gestanti che hanno seguito un’alimentazione scorretta avrebbero un numero minore di cellule staminali. Ciò comporta un calo delle difese immunitarie, una maggiore predisposizione alle patologie, e una maggiore fatica dell’organismo a riprendersi e a sostituire le cellule. Le cellule si perdono ogni giorno, non solo durante una malattia. Possedere un numero minore di staminali va a minare lo stato di salute del soggetto.
La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale è fondamentale perché offre alla ricerca un potente strumento terapeutico.
Per maggiori informazioni: www.sorgente.com
Note
1. “Gravidanza, corretta alimentazione”. Ministero della Salute
2. Per informazioni sullo studio La Provincia Pavese