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Governo, ok a intercettazioni, ma medici contro decreto Lorenzin

Bene ddl processo penale, meno dl esami inutili

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Passa a Montecitorio, seppur tra le contestazioni e i fischi delle opposizioni, il disegno di legge sulla riforma del processo penale, che include anche lo spinoso capitolo-intercettazioni.

Un testo che era diventato una scommessa personale del ministro della GiustiziaAndrea Orlando. Mercoledì 23 settembre  i voti favorevoli al ddl sono stati trecentoquattordici, centoventinove quelli contrari; poco più di una cinquantina gli astenuti. Limpidissima la “geografia” del voto: a un notista politico basterebbe infatti una bacchetta come quelle utilizzate dai maestri sulle cartine a parete per indicare, a beneficio di un eventuale uditorio, chi ha votato cosa. La maggioranza (Pd + Ncd + Sc + UdC) ha votato sì compattamente, il grosso dell’opposizione, invece, ha votato no (Lega + M5S + Sel), mentre Forza Italia ha scelto la via dell’astensione. Ora la Camera riconsegna la “pratica” al Senato.

Quando, al momento delle dichiarazioni di voto, i riflettori si sono concentrati sui pentastellati,al solito  in aula il clima si è riscaldato: neppure stavolta, infatti, i grillini hanno rinunciato al loro consueto coup de théâtre per esprimere il loro disaccordo. Cartelli di denuncia con la scritta “No alla legge bavaglio” e fazzoletti intorno alla bocca, a sottolineare le limitazioni alla libertà di stampa e di informazione. Tutta un'altra prospettiva,naturalmente, quella che si coglie  dai banchi del Pd: per David Ermini, ad esempio, il governo “non metterà mai un bavaglio alla stampa, ma si prende anzi la responsabilità di tutelare le persone. Captare parole fuori contesto pronunciate al telefonino è degno di un regime repressivo, per noi, invece, libertà di informazione va di pari passo con libertà di vivere”.

Intanto, sul fronte della Sanità, i camici bianchi sono pronti a scendere sul sentiero di guerra contro il decreto  del ministro Beatrice Lorenzin che, nel nome della spending review sanitaria, si prefigge di tagliare gli esami considerati superflui o inadeguati. I sindacatI dei medici, che se ne fanno portavoce, parlano di una “netta contrarietà” della categoria, e si dicono pronti, al fianco dell’Ordine professionale e delle associazioni scientifiche, ad uno sciopero e ad una manifestazione unitari. “Con questo taglio lo Stato si sostituisce al giudizio del professionista, prescindendo dal malato, per poche centinai di milioni”, dice Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed, il maggior sindacato medico italiano. La replica della Lorenzin: “Il medico potrà difendere la sua scelta ma dovrà anche giustificarla”. Sono 208 gli esami “a rischio”.

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