Per bocca di Maria Elena boschi il governo pone la questione della fiducia sulla legge elettorale. In Aula si scatena un pesante malcontento che la presidente della Camera Laura Boldrini fa fatica a contenere.
Boldrini ricorda a chi protesta: "I casi di esclusione della facoltà di porre la questione di fiducia sono individuati dall'articolo 116 comma 4 del regolamento", che "non possono che essere di stretta interpretazione - dice poi la presidente della Camera rispondendo in Aula alle obiezioni - Dal momento che tale disposizione non prevede tra le materie escluse quella elettorale, la presidenza, senza entrare nel merito di valutazioni sull'opportunità politica del voto di fiducia, non può che ammettere da parte del governo l'esercizio di tale prerogativa costituzionale".
Dopo questa dichiarazione è scontro aperto tra Boldrini e il M5S. Va giù pesante Diego De Lorenzis, che appella la Boldrini come "collusa" perché ammetteva e motivava il voto di fiducia sull'Italicum.
Laura Boldrini ribadisce a De Lorenzis che non può esprimersi in questi termini sulla presidenza e che dovrà risponderne. A questo punto dai banchi dei 5 Stelle si leva un coro di proteste . La presidente non rimane muta: "Contrastate pure le spiegazioni con gli insulti - replica Boldrini - insultate, insultate perché non sapete argomentare. Complimenti, avanti così...".
Matteo Renzi ormai abbonato al planetario social forum per i suoi interventi twitta: "Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese, senza paura. Poco dopo arriva un altro tweet. La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia".