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LEOPOLDA - SAN GIOVANNI 1 - 0

Renzi sbanca; le opposizioni annaspano tra gli slogan del passato e nel déjà vu; il vecchio leone Silvio, tra dudu e strizzatine d'occhio ai gay, ruggisce: "Sono ancora vivo"

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Matteo Renzi sembra sempre più deciso a scardinare un sistema politico che in questi ultimi anni ha prodotto i disastri che sono sotto gli occhi di tutti.  Gli elettori lo identificano con la grande voglia di riscatto che c’è nel paese.

A scriverlo un anno fa, sarebbe sembrato un racconto di fantapolitica, oggi invece è una verità che ringalluzzisce quella larga parte d’Italia depressa e massacrata dalla cattiva politica, mentre preoccupa la ristretta casta d’italioti arraffoni  che da sempre sguazza nello spreco e spesso anche nell’illegalità.

Il presidente del consiglio sta volando nei sondaggi. Piace alla gente. Ne personifica il bruciante bisogno di cambiamento e ne risveglia anche un legittimo orgoglio nazionale.  Resta ancora il politico nuovo dalla faccia pulita, mentre dalla parte opposta ristagna, con poche idee e molte pretese, il grande popolo della sinistra, quello, per intenderci di piazza san Giovanni, fatto centinaia di migliaia di lavoratori, che sfilano (incazzati come sempre) in mezzo uno sventolio di bandiere rosse, gridando i soliti slogan contro i governanti di turno. Quasi una malinconica icona del passato. Una piazza san Giovanni che non fa più effetto come una volta, perché il mondo è andato avanti, l’economia ha nuove regole e tutti hanno compreso che i posti di lavoro non si creano con le grida o gli slogan,  ma con le imprese. E queste, per potere generare un nuovo sviluppo, hanno bisogno di regole certe e di le-ga-li-tà. Problemino quest’ultimo di fronte al quale la sinistra ha spesso chiuso un occhio, e qualche volta anche tutti e due.

Lo scontro è già iniziato, e di sicuro andrà avanti e sarà durissimo.

 Da una parte i pionieri della nuova sinistra, decisi a fare risorgere il paese dalla sue macerie, dall’altra i nostalgici di un passato, onorabile sì, ma non privo di ombre.

La signora Camusso – povera donna, costretta dalle circostanze a fare  quasi da mamma alla sinistra più radicale -  come il ristretto manipolo di dissidenti all’attuale linea del PD,  fa quello che può.  Ma le sue soluzioni per l’incremento dell'occupazione sono inadeguate al contesto storico in cui viviamo: una sorta di mission impossibile,  come caricare uno smartphone con un gettone telefonico.

E a proposito di nuovo che avanza, una cosa speriamo, però, non venga mai stravolta dal renziano furore innovativo. Quella delle ricette delle piadine cotte negli intramontabili Festival dell’Unità. L’antichissima è meglio dell’antica. Come quella delle piade fatte lì per lì, a mano e col mattarello, da delle formose e sculettanti compagne che quando poi te la offrono, con un largo sorriso ti chiedono: “Con quante fette di prosciutto la vuoi? Una o due?” “Anche tre o quattro, grazie. Reggo all’urto”     

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