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Riforma sanitaria regionale: è giusto puntare su un referendum abrogativo?

La riforma sanitaria regionale, da alcuni identificata come sacrosanta e da altri come d’origine satanica, sta facendo parlare di sé da qualche mese.

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Cerchiamo di fare il punto della situazione.La riforma sanitaria regionale, da alcuni identificata come sacrosanta e da altri come d’origine satanica, sta facendo parlare di sé da qualche mese. I toni hanno assunto una gradazione più “alta” da circa un mese a questa parte, giorno più giorno meno. Il focolaio delle proteste si può identificare nell’Alto Friuli, in particolar modo nel cividalese e nel gemonese. Mi soffermo solamente su Gemona, avendo seguito in prima persona le elezioni amministrative del 25 maggio, prima delle quali ancora molti non avevano ben capito quali fossero le reali intenzioni della giunta regionale.

Innanzitutto in questo link trovate il motivo della nascita delle proteste: DISEGNO DI LEGGE N. 59. Come potete leggere a pagina XXIII:

“L’art. 34 prevede la riconversione per lo svolgimento di attività distrettuali sanitarie e sociosanitarie per i presidi ospedalieri di Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Maniago e Sacile, nonché di parte del presidio ospedaliero “Maggiore” di Trieste. Viene individuata la denominazione delle strutture riconvertite (“Presidi ospedalieri per la salute”) e definite le loro funzioni.”

In poche e semplici parole, si tratta di un declassamento degli attuali presidi ospedalieri sopraindicati, che diventeranno dei “semplici” distretti sanitari (praticamente dei poliambulatori), come quelli già esistenti (ad esempio Tarcento). Non entro nel merito dei pro e contro di questa riforma, che saranno stati sicuramente valutati adeguatamente da persone più competenti e qualificate di me; non posso tuttavia non nutrire una certa simpatia e solidarietà nei confronti degli abitanti del posto che comprensibilmente avvertono di aver subito un danno. È infatti legittimo domandarsi una cosa: è corretto che una struttura antisismica e relativamente nuova come quella di Gemona venga utilizzata in tale modo?

I cittadini di Gemona e di alcuni comuni limitrofi e della zona, hanno deciso spontaneamente di non restare inermi e si sono dati da fare. Il Gruppo Cicogna e il Comitato San Michele hanno organizzato conferenze informative in tutte le borgate della cittadina. È nato un gruppo pubblico su facebook che porta il nome di “IO VOGLIO L’OSPEDALE A GEMONA DEL FRIULI ! NEW”, che è cresciuto a vista d’occhio e vanta ormai oltre 2000 membri. Sono state organizzate manifestazioni pacifiche di ogni genere: dai flash mob [articolo qui] alle fiaccolate [articolo qui], fino ad arrivare a manifestare pubblicamente in piazza a Trieste, dove hanno partecipato anche diversi sindaci dell’Alto Friuli [articolo qui], e dove è stata presentata anche una petizione popolare con oltre 7.000 sottoscrittori. Tutte iniziative contornate da apparizioni sui telegiornali regionali, sulla stampa locale e alla radio.

Una riflessione sui numeri è doverosa. Considerando anche solamente l’elettorato del Sindaco Urbani (oltre 5.000 persone) bisogna dire che la partecipazione alle suddette manifestazioni è stata quantomeno deludente. Il Sindaco Urbani aveva infatti ottenuto l’appoggio unanime del Consiglio Comunale [vedasi qui,qui e qui] per intraprendere tutte le necessarie attività alla difesa del mantenimento del presidio ospedaliero San Michele (curioso che gli esponenti del PD locale siano andati in contrasto con il PD regionale). Quindi per quale motivo i sostenitori di Urbani hanno deciso di non partecipare? Non ritenevano valide le manifestazioni, oppure non ritengono così importanti gli effetti di questa riforma? Gemona ha oltre 11.000 abitanti, e considerando l’intero potenziale bacino d’utenza del San Michele le cifre aumentano considerevolmente.

A conti fatti sembrerebbe che questa riforma interessi a una ristretta minoranza della popolazione, pur trattandosi di sanità, ovvero priorità assoluta. Oppure che la ritengano valida. Parliamo dopotutto di una riforma studiata per oltre un milione di persone, è a dir poco impossibile che la stessa venga frenata da qualche centinaio di cittadini, per quanto volenterosi. Infatti la riforma prosegue, con le dichiarazioni dell’Assessore Telesca volte a rassicurare i cittadini, in particolare gemonesi, sulla genuinità e positività che la stessa porterà. Alcuni però non hanno alcuna intenzione di arrendersi e dichiarano di voler indire un referendum abrogativo per bloccare democraticamente la riforma.

Qui si arriva al dunque. Secondo la legge regionale, per indire un referendum sono necessarie almeno 15.000 firme. Una cifra importante, tuttavia ritengo che sia alla portata della popolazione, che dopotutto era già riuscita a raccoglierne oltre 7.000 per la petizione e quindi le potenzialità ci sono, a livello teorico. Voglio però sottolineare una cosa: dopo essersi spaccati la schiena a raccogliere firme e lavorare, per sé e per gli altri, come la prenderebbero questi cittadini se il referendum non portasse i risultati sperati? Ricordiamoci che la riforma è regionale, al voto andrebbero tutti i cittadini della regione. Consideriamo anche l’egoismo e il campanilismo, molto forti in Friuli. Consideriamo poi il fatto che nessuna iniziativa ha finora destato l’interesse e tantomeno la preoccupazione nell’amministrazione. Consideriamo infine l’arma a doppio taglio che rappresenta un referendum. Qualora anche questa azione non avesse gli effetti sperati, sancirebbe la definitva sconfitta di ogni protesta e legittimerebbe ulteriormente l’attuale giunta regionale nel procedere. Il risultato sarebbe disastroso per tutti coloro che hanno deciso di impegnarsi e di lottare per la causa, con conseguente frustrazione per aver sprecato tempo ed energie, e magari sentirsi dire “tanto non cambierà mai niente” da quelli rimasti a casa in pantofole a guardare una partita di calcio.

Quante speranze ci sono che questi cittadini riescano a convincere gli abitanti della regione a votare contro una riforma che è stata promossa dalla giunta, eletta democraticamente? Secondo me molto poche, ma gli auguro sinceramente di raggiungere il loro obiettivo.

(Immagini da: aldorossi.altervista.org; triesteallnews.it; www.feds.ca)

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