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Meloni: "Per il governo le riforme costituzionali sono una priorità. Sarete di nuovo fieri di essere italiani"

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Per il Premier Meloni, la giornata di ieri è stata ricca di impegni. Dopo aver partecipato, durante la mattinata, alla terza edizione degli Stati Generali della Natalità, presso l'Auditorium della Conciliazione a Roma, il Presidente del Consiglio in serata si è recato in Lombardia, e precisamente a Brescia per la chiusura della campagna elettorale.  

Alla manifestazione elettorale per le elezioni comunali di Brescia, oltre al Premier Meloni erano presenti anche gli altri leader del centrodestra, il Segretario della Lega, Matteo Salvini e il Coordinatore Nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.

Interrotto da continui applausi, da parte degli elettori, il discorso del Premier Meloni si è soffermato sulle riforme costituzionali : "Per il governo, la riforma costituzionale è una priorità e, se il Parlamento non vorrà approvare con i numeri che servono una riforma di questo tipo, chiederemo ai cittadini con un referendum. Non vi fate prendere in giro, quelli che sono stati al governo con i giochi di palazzo, vi diranno che non è una priorità. Con la riforma che proporremo intendiamo affidare il potere di scelta ai cittadini, che sono al centro delle dinamiche. Vogliamo governi stabili, che abbiano cinque anni per terminare il lavoro, e scelti dai cittadini, che decidono così le politiche che si portano avanti. La riforma costituzionale è economicamente importante perché avere avuto governi che duravano in media uno-due anni ha significato non avere una strategia su niente. Se l’orizzonte è infatti così corto, ha proseguito il presidente del Consiglio, è chiaro che si pensa solo a ciò che abbia un ritorno elettorale. O questa nazione la cambiamo davvero, o non c’è bisogno che stiamo al governo, come hanno fatto tutti gli altri. Vi garantisco che, quando avremo finito il nostro lavoro, voi sarete di nuovo fieri di essere italiani”.

Dalle affermazioni del Premier Meloni emerge chiaramente la volontà di distinguersi dai suoi predecessori. Il Presidente del Consiglio, qualora riuscisse ad approvare le riforme costituzionali, passerebbe alla storia come il Premier che è riuscito a riformare un sistema che oggi non garantisce una stabilità, come invece accade nei Comuni e nelle Regioni, e dunque non permette di costruire un'adeguata strategia politica. 
 


 
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