Dopo la vittoria alle primarie per la guida nazionale del Pd da parte di Elly Schlein, da alcuni giorni stanno emergendo in modo palese la difficoltà di alcuni esponenti a convivere con la nuova direzione. Se dopo la vittoria della Schlein, il primo a lasciare il PD, è stato l'ex Parlamentare e Ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni, in questi giorni hanno sancito la rottura due autorevoli esponenti: l'ex Parlamentare e Capogruppo al Senato Andrea Marcucci e l'attuale senatore Enrico Borghi.
Andrea Marcucci
L'ex parlamentare Marcucci nell’annunciare la sua decisione di lasciare il PD, non rinnovando l'iscrizione al Partito, ha reso noto che aderirà ai Liberali Democratici Europei “con lo spirito di favorire l'obiettivo più razionale da raggiungere: una federazione ampia e inclusiva, che nasca dai territori in modo democratico. Italia Viva, +Europa, la galassia di Beppe Fioroni, Lde, se vorrà certamente Azione, possono costituire quella presenza liberale ed europeista che in Italia nessuno rappresenta”. Dopo 15 anni di militanza nel PD, Marcucci ha spiegato i motivi che hanno spinto all'addio: “Mi pare che le anime liberaldemocratiche e popolari siano già state confinate in retroguardia. Nel contempo non si può neanche dire che con Elly Schlein abbia trionfato un'identità socialdemocratica, ad ora mi sembra più un Patchwork da assemblea studentesca. Da due mesi, con la vittoria di Elly Schlein, è apparso evidente a tutti quanto sarebbe stata difficile la mia permanenza nel Pd. Non sono abituato a travestirmi: sono un liberaldemocratico, non cambio idea. Certo, nessuno può sostenere che il Pd di oggi sia lo stesso di quando è nato, al Lingotto. Io penso che all’Italia serva una forza politica che si batta per far ripartire l’ascensore sociale, per garantire ai giovani un futuro con più uguaglianza, consapevole che il sostegno alle imprese sia l’unica via per migliorare stipendi e qualità della vita delle persone. Tutti obiettivi che il nuovo Pd ha sacrificato, in nome di un ribellismo non meglio identificato”.
Sen. Enrico Borghi
La scelta di Enrico Borghi di lasciare il PD, rappresenta un duro colpo per il Partito, in quanto, essendo Parlamentare, lascerà anche il gruppo parlamentare del Senato. Come Marcucci, anche il sen. Borghi, in un'intervista al quotidiano “La Repubblica” ha spiegato i motivi dell'addio al PD. Il sen. Borghi ha evidenziato che su alcune tematiche la Schlein non ha avuto la capacità di far sintesi tra diverse culture: “Le prime scelte di Schlein rappresentano una mutazione genetica: da partito riformista a un partito massimalista di sinistra. Ho fatto diverse interviste dopo l’elezione di Schlein e ho posto i temi della sicurezza e della difesa, dei cattolici e dei democratici, di una necessità di una sintesi tra culture. Su questi argomenti non ho ricevuto alcuna risposta e come sappiamo in politica i silenzi contano più delle parole pronunciate. Invece ho sentito parole chiare su un altro versante, e cioè sull’utero in affitto. Se c’è la capacità di costruire politica mettendo le persone dietro l’idea, io penso che Renzi possa insieme ad altre figure contribuire alla nascita di un nuovo soggetto”.
La decisione del sen. Borghi di entrare in Italia Viva, viene salutata con profonda soddisfazione dal leader del Partito, Matteo Renzi: “In tutta Italia si stanno iscrivendo a Italia Viva cittadini, consiglieri comunali, dirigenti di altri partiti, amministratori. Oggi ci ha raggiunto il senatore Enrico Borghi che ha annunciato la sua adesione a Italia Viva dalle colonne di Repubblica. La sua intervista è molto bella e merita di essere letta nella sua interezza. È infatti una intervista che parla di politica, che spiega il senso di una scelta partendo dalla politica, che rappresenta un inno alla politica”.

