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Conferenza delle Regioni: “Si torni a votare per le Province”

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La Conferenza delle Regioni attraverso una nota stampa si esprime in merito alla reintroduzione del voto diretto per le Province. Ad intervenire sulla questione è il Governatore del Friuli Venezia Giulia, nonché Presidente della Conferenza delle Regioni, on. Massimiliano Fedriga, che dichiara: “Le Province sono indispensabili alla nostra democrazia e al buon governo dei territori, quindi devono essere un’istituzione ad elezione diretta, alla pari delle altre istituzioni territoriali. La stessa impostazione deve valere anche per le città metropolitane. Bisogna avvicinare i cittadini ai governi dei territori il più possibile, innanzitutto creando la possibilità di istituzioni che li rappresentino anche nelle aree intermedie, non perdendo la diretta espressione dei cittadini e il loro controllo democratico. La Conferenza delle Regioni è pertanto favorevole all’avvio del percorso di riforma parlamentare. Per meglio definire le funzioni di Province e Città metropolitane in modo organico e coerente, senza sovrapposizioni, potrà servire uno specifico tavolo di lavoro tra Stato, Regioni e autonomie locali per analizzare e superare le possibili criticità. E’ fondamentale per il Paese l’efficacia delle governance territoriali, tanto più in questa fase di realizzazione del PNRR e dei possibili nuovi indirizzi dell’autonomia differenziata. In base ai principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione di funzioni e servizi, sono da sciogliere anche i nodi delle risorse finanziarie necessarie”.

E’ necessario essere consapevoli che riducendo il rapporto fra cittadini e parlamentari, si incide sulla rappresentanza, sia da un punto di vista quantitativo sia da un punto di vista qualitativo infatti, con la legge costituzionale (modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione, approvate dagli elettori con il referendum del 20/21 settembre 2020) che ha stabilito una riduzione drastica del numero dei parlamentari (passando da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori), ha influito sulla sovranità popolare e sulla democrazia. 

Per rimediare al vulnus creato dalla riduzione del numero dei parlamentari, urge modificare la legge n. 56 del 7 aprile 2014 (cd. “legge Delrio”) che non ha abolito le Province, ma sono state trasformate in enti amministrativi di secondo livello con elezione dei propri organi a suffragio ristretto. Con il ripristino del suffragio popolare, le Province, organi a cui sono riconosciuti funzioni amministrative in ambiti sensibili alla vita delle comunità locali, saranno dotati di una responsabilità politica e risponderanno direttamente agli elettori del loro operato.

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