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Caso Gregoretti. Matteo Salvini in tribunale a Catania

Il leader del Carroccio si è presentato in aula accompagnato dall'avvocato Giulia Buongiorno

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Oggi è il giorno. Il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, si è dovuto presentare nel tribunale di Catania per la prima udienza sul caso Gregoretti.

Salvini è chiamato a rispondere delle accuse di abuso d’ufficio e sequestro di persona aggravato mosse dal Tribunale dei ministri di Catania, che aveva richiesto l’autorizzazione a procedere alla Giunta delle immunità del Senato.

Le accuse si riferiscono al blocco imposto nel luglio del 2019 allo sbarco dei migranti, presenti sulla nave Gregoretti della Guardia costiera, dall’ex ministro degli interni, finché non si fosse trovato un accordo con L’Ue per un’equa distribuzione degli immigrati.

La Giunta ha dato lo scorso 20 gennaio il via libera al processo, seguito poi il 12 febbraio dal definitivo semaforo verde votato da Palazzo Madama.

Questo a dispetto di quanto sempre sostenuto dalla Procura di Catania, guidata dal procuratore Carmelo Zuccaro e rappresentata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo, che ha chiesto il “non luogo a procedere” nei confronti del segretario leghista.

La giornata del segretario leghista è cominciata molto presto con un caffè con gli altri due leader del centrodestra, ossia il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un hotel sul lungo mare della città siciliana.

I due alleati hanno voluto dimostrare il proprio sostegno al leader del Carroccio. “Insieme, a Catania, al fianco di Matteo Salvini: è un dovere, ancor prima che un diritto, di qualsiasi ministro, fare ciò che gli chiede la maggioranza degli italiani e difendere le leggi e i confini di questa Nazione” ha affermato la Meloni postando un selfie con gli altri due leader.

Siamo qui “per una giustizia giusta e non politicizzata, per difendere il diritto della politica di prendere decisioni” ha twittato in mattinata Tajani.

Poi Matteo Salvini si è recato in tribunale accompagnato dalla parlamentare e suo avvocato, Giulia Buongiorno, dove a presiedere l’udienza c’era il Gup Nunzio Sarpietro. Qui la difesa ha chiesto e ottenuto che fossero sentiti anche il premier Giuseppe Conte e i ministri del governo precedenti coinvolti nell’accaduto.

Il segretario del carroccio ha sempre sostenuto che le sue azioni sono frutto di una scelta politica condivisa con il governo. A dimostrazione di ciò ha allegato ai fascicoli le email scambiate con Palazzo Chigi e con la Farnesina.

Ora è tutto rimandato al mese proprio quando i magistrati sentiranno Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che tra l’altro si è detto già pronto a presentarsi davanti ai magistrati, gli ex ministri Toninelli e Trenta, l’attuale ministro dell’’interno Luciana Lamorgese e l’ambasciatore a Bruxelles Maurizio Massari.

Solo dopo il magistrato potrà decidere se procedere con il processo oppure accogliere le richieste di accusa e difesa che chiedono entrambe l’archiviazione del caso.

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