La staffetta Letta – Renzi è l'ultima spiaggia per chi preferisce colpi sterili di teatro ad un cambiamento reale e sostanziale. Sarebbe come lasciare il testimone a Bolt senza aver corso le prime tre frazioni e sottoporlo ad una inutile e gratuita brutta figura. I detrattori di Renzi non aspettano altro, lasciargli un candelotto di dinamite in mano con la miccia accorciata ed accesa da altri. Magari proprio chi è “scoppiato” a seguito di una precedente staffetta che ha visto un ingordo D'Alema prendere il testimone da un logorato Prodi, ora medita una sceneggiatura dal finale già scritto: Renzi spinto ad accettare l'indecente proposta ma di fatto ancorato e macchiato dall'impossibilità di plasmare una creta già cotta ed indurita. Se Renzi si dimostrasse più sobrio, più lucido e meno affamato del vorace D'Alema allora la sinistra e l'Italia tutta uscirebbero indenni dall'ultimo colpo di coda di una classe dirigente misera di idee e gonfia solo di invidie e rancori. Renzi ha la possibilità di gonfiare le vele della sinistra e dell'Italia, ha l'opportunità di varcare le colonne d'Ercole alla ricerca di nuove rotte ma a patto che gli sia data la possibilità di avere un nuovo equipaggio, un equipaggio pieno di entusiasmo e vitalità, un equipaggio legittimato da un voto che restituisca dignità ad una nave decadente e fatiscente. Un equipaggio di spettri rarefatti renderebbe infatti la nave una nave fantasma anche se con un buon nostromo. E' per questo che Renzi questa volta abbandonerà il motto olimpico “dell'importante è partecipare” e si defilerà da quella quarta frazione che falsi amici vorrebbero fargli correre. Non accetterà nessun testimone dalle mani di Letta, aspetterà la prossima corsa, la prossima squadra e prenderà il testimone direttamente dagli italiani.