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Franceschini: «no alle preferenze»

La questione potrebbe arrecare danni al Parlamento

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Oltre ad agitare la maggioranza, il nodo delle preferenze, preoccupa anche il governo. Dopo l'allontanamento del premier Enrico Letta dalle liste bloccate, è Dario Franceschini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, a schierarsi a favore dell’«Italicum». Si tratta del progetto di nuova legge elettorale, concordato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, nell’incontro di sabato scorso, al Nazareno.
Franceschini ha disapprovato l’ipotesi che le preferenze siano reintrodotte. «Vedo che le preferenze sono diventate improvvisamente popolarissime - , ha dichiarato ai cronisti alla Camera, - ma io, che ho iniziato a prenderle, sento il dovere morale di dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle». Il ministro spiega la sua scelta,  evidenziando che l’intesa raggiunta potrebbe saltare, anche per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza. Ciò, perchè le preferenze aumenterebbero i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, e priverebbero il Parlamento della presenza di competenze e professionalità indispensabili. «Io, da capogruppo, ho conosciuto deputati davvero competenti, che non riuscirebbero mai ad essere eletti».
Forza Italia, invece, ha precisato di essere neutrale di fronte alla questione. Lo ha ribadito Denis Verdini, nell’incontro di stamane, con Maria Elena Boschi. I due emissari di Berlusconi e Renzi, si sono incontrati per riflettere sulla situazione. L’esponente forzista ha chiuso ogni ipotesi di revisione, dopo che lo stesso sindaco di Firenze aveva concesso una leggera apertura, spiegando che le liste bloccate si possono evitare solo se si raggiunge l’accordo fra tutti.
Sulle preferenze, si lotta per il futuro della legge elettorale e di conseguenza del governo, visto che anche Angelino Alfano, che avrebbe dato il via libera all’Italicum, ha fatto sapere che la questione delle nuove regole del gioco, dovrà essere chiusa, prima di affrontare la nuova agenda dell’esecutivo, il cosiddetto Contratto 2014. Contro il mancato ritorno delle preferenze, c’è un ampio fronte trasversale, che riguarda la minoranza Pd, Scelta Civica , i centristi di Casini e Futuro e Libertà. Per le preferenze, è da sempre disponibile anche il Movimento 5 Stelle ,che ne ha fatto una battaglia in passato e che le vorrebbe anche nella nuova legge elettorale che, per il M5S, dovrà essere proporzionale, anzichè maggioritaria.

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